VNV Nation + Head Less
12.05.2012
Band:
VNV Nation
Head Less
Luogo dell'Evento:
Circolo degli Artisti
Città:
Roma
Promoter:
Screamadelica
Autore:
Moro Mou»
Visualizzazioni:
1535
Live Report
Da tempo aspettavo un live come questo! I VNV Nation in Italia, a Roma, al Circolo degli Artisti.
Da qualche tempo il locale, famigerato covo di hipster e devoto da sempre alla scena indie più ricercata, ha puntato – e chi se l’aspettava? - a band decisamente di culto ma appartenenti a tutt’altra religione. Ed ecco che dopo gli Ulver il Circolo mi seduce nuovamente con una band del calibro dei VNV Nation, un colpaccio nel panorama live nostrano e per giunta ad un prezzo davvero politico.
Apro le porte della sala concerti appena mezz’ora dopo l’orario indicato, perdendomi il gruppo d'apertura ma giusto in tempo per vedere il tipico countdown cinematografico proiettato sul fondale del palco. I VNV Nation stanno prendendo posizione e io non vedo l’ora che si inizi a suonare.
La sala è piena solo a metà ma la piccola folla è già accesa e trepidante, tanto che l’accoglienza al buon Ronan Harris fa presto a farsi sentire. Intanto Mark Jackson ha già preso posto in piedi dietro la drum machine, il timido session man è pronto al synth.
Si capisce presto che piega prenderà la serata: il clima è subito caldo e il pubblico ha finito col riempire finalmente tutta la sala. Si comincia alternando i successi ai brani tratti dall’ultimo lavoro, “Automatic”. Di seguito la setlist:
- On-Air
- Chrome
- Space & Time
- Tomorrow Never Comes
- Darkangel
- Illusion
- Standing
- Gratitude
- Honour 2003
- Nemesis
- Legion
- Epicentre
- Resolution
- Control
Ronan Harris è un fortissimo catalizzatore di pubblico, in pratica un animale da palco. Un palco piccolo sfortunatamente, che forse stenta persino a trattenere i suoi movimenti. Guarda tutti, sorride spesso compiaciuto e compiacente, stringe le mani ai fan della prima fila stabilendo un rapporto coi presenti che è squisitamente umano, al di là di ogni sterile distinzione tra band e pubblico. Si intrattiene a parlare tra un brano e l’altro e salta fuori che alcuni di noi vengono addirittura dal Portogallo e dalla Germania, naturalmente entusiasti come pochi.
Il concerto prosegue per circa un’ora e mezza, nella quale Harris è davvero impareggiabile. La band lo accompagna perfettamente rispettando ogni promessa con sobrietà. I suoi infatti sembrano restare volentieri nella penombra, mentre lui, molto coinvolgente, schizza da un angolo all’altro del palco come una pallina da flipper. L’acustica è davvero ottima, il trasporto generale. Il concerto è sicuramente molto orientato al live disco, ma lo spazio ritagliato a brani di maggiore profondità gli dona un gusto decisamente più equilibrato.
Il pubblico è ammaliato e sempre partecipe alla performance, bastano pochissime note iniziali e si scatena cantando e ballando a ritmo. Harris non è solo caloroso e complimentoso, ma regge ritmi serrati senza quasi sbavature nella voce, suadente e profonda come sempre. E’ febbricitante, copioso nell’espressività quasi quanto nel sudore. Si concede qualche pausa per brani più melodici come la splendida “Illusion”, la quale è accompagnata da luci soffuse e un’atmosfera più quieta e introspettiva. Oppure ancora quando lascia addirittura cantare uno sfegatato sottopalco per quasi tutta una strofa.
Così, tra applausi scroscianti e grandissimo affetto da entrambe le parti, la band conclude salutando il pubblico e uscendo di scena. Pochi minuti di trambusto, sorrisi e soddisfazione generale e i VNV Nation tornano sul palco per il bis con:
- Nova
- The Farthest Star
- Beloved
- Perpetual
Acclamatissimi e dalle energie quasi intatte, chiudono lo show con momenti a più voci. Siamo tutti trascinati, ancora una volta, dall’instancabile Harris, che incita e canta con noi, improvvisa coreografie e organizza i cori, in una nuova rinnovata complicità, sulle note di un’ormai interminabile “Perpetual”.
Infine la musica si spegne per lasciare tutto lo spazio agli applausi. Il tempo dei saluti della band che sembra non volerci lasciare, dei ringraziamenti, delle ovazioni, dei cori da stadio e tutto sembra dissolversi in una quantità infinita di sorrisi che riempiono l’atmosfera. Le luci si accendono prepotenti, il palco si spoglia e ci risvegliamo come ebbri.
Che altro dire di più? Quando oltre a ubriacarti in solitudine della musica che ami e ad emozionarti ascoltandola poi dal vivo, riesci anche a scorgere la profonda umanità da cui è nata, ecco che tutto sembra assumere i contorni di un piccolo miracolo contemporaneo. Non solo conosci l’artista, ma hai vissuto forse anche l’uomo. E saper rendere tutto questo in una serata… beh non credo sia poco.
Immagini della Serata
Recensione di Moro Mou Articolo letto 1535 volte.
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