LA GENESI DELL'HEAVY METAL ITALIANO: il nuovo libro di Johnny “Hard” Rossini

LA GENESI DELL'HEAVY METAL ITALIANO: il nuovo libro di Johnny “Hard” Rossini “La genesi dell’heavy metal italiano: riff possenti fra hard rock, glam, progressive e nwobhm (1969 - 1979)”.
Sottotiolo: Gruppi seminali e autentiche curiosità in 10 anni di uscite discografiche (e tracce ritrovate) che hanno preparato l'Italia all'avvento del metal! Con una appendice di bands hard & heavy nate negli anni 70 e approdate su disco negli anni 80.
Autore: Johnny “Hard” Rossini.
Casa Editrice: Youcanprint Editore.
Data di uscita: gennaio 2021.
Caratteristiche tecniche: 100 pagine, misura 23 x 23 cm, carta patinata ad alta grammatura, con oltre 130 fotografie a colori e in b/n.

Il libro, scritto da Johnny “Hard” Rossini, getta un ponte fra la fine degli anni 60 e gli inizi della decade degli anni 80, cercando artisti e bands che in Italia si sono cimentati con il genere di rock più duro e rozzo: hard rock, certamente, ma anche glam, l’hard progressive, il dark, l’hard blues e ovviamente il nwobhm. Il perno in cui ruota il libro è il capitolo che occupa una grossa fetta del volume, “Riff possenti fra hard rock, glam, progressive e nwobhm”. Partendo dai gruppi che per primi iniziarono (sul finire degli anni 60 e gli inizi dei 70) a presentare su 45 giri la lezione imparata dai nuovi maestri dell’hard e acid rock che si stavano affacciando al successo internazionale (ispirati quindi da Led Zeppelin, Deep Purple, Grand Funk Railroad, Focus, Three Dogs Night, Black Sabbath...), il libro segue la nascita delle bands che si susseguono e che proseguendo avanti nella decade degli anni 70 si presentano con il dark, il glam rock o con la cosiddetta “New wave of British heavy metal” (ispirati da Iron Maiden, Saxon, Alice Cooper, Kiss, Judas Priest...). In ordine alfabetico l’autore quindi porta sul tavolo una lunghissima lista di gruppi, alcuni sicuramente conosciuti ma tanti che (sono sicuro) non avete mai e poi mai sentito nominare. Sono state quindi setacciate tante bands italiane che potremmo definire i capisaldi del genere ma, l’autore, si è veramente impegnato nello scovare tante curiosità: brani davvero roventi prodotti da artisti di differente caratura e che incidevano spesso dischi molto più leggeri e che si sono levati lo sfizio nella loro discografia di proporre un brano acido, distorto e violento e spesso con risultati davvero tanto incredibili quanto impensabili. Sì, gente, è capitato in più di una occasione di ricredersi su complessi che in quegli anni erano icone del pop melodico e strappalacrime! Ovviamente la parte del leone la fanno i dischi sconosciuti ed ignorati dai più, con formazioni musicali grintosissime e classificabili con pure band hard rock, ma che all’epoca non sono state proprio considerate e ancora oggi i pochi dischi superstiti di queste formazioni non li hanno fatti conoscere al grande pubblico di collezionisti ed amatori. E in quelle pagine troviamo ancora bootleg, curiosità e tracce riscoperte e pubblicate solo postume (fra live, provini, registrazioni amatoriali) che ti danno una panoramica (grazie agli ascolti che ti vengono consigliati) sulla musica metal della fine degli anni 70, ancora non portata su vinile dalle case discografiche, ma che veniva almeno salvata su nastro dagli stessi musicisti ed è stata possibile riscoprirla oggi. È un libro quindi davvero inedito per argomentazione proposta al lettore e che, per quanto ne siano stati fatti ottimi sull’heavy italiano, gli altri autori non si sono mai spinti a ricercare le radici musicali (discograficamente parlando) dei giusti padri fondatori dell’hard rock italiano. Johnny poi prosegue il libro con una ulteriore ricerca “Attivi, ricettivi ma non ancora (al momento) su vinile”: è andato a scovare gli esordi anni 70 di bands heavy metal che in quel periodo (entro quindi il 1979, come suggerisce il titolo) non hanno ne registrato nulla di ufficiale ne di amatoriale, ma hanno inciso solamente poi negli anni 80: ma le loro origini erano partite in formazioni anni 70, in alcuni casi di progressive o hard rock (o talvolta anche nel periodo beat, punk o del pop melodico!). Si tratta di alcuni “loschi figuri” che solo negli anni 80 sono diventati dei maestri del metal tricolore! Una scelta interessante per capire i trascorsi di formazioni che negli anni 70 cercavano di trovare una collocazione nel panorama underground italiano, ma solo dopo gli anni 80 hanno inciso un lp o un 45 giri, dopo la loro evoluzione e crescita musicale. Anche qui andando a cercare bootleg mai usciti ufficialmente ma che circolano in mano di pochi ed accaniti appassionati. A conti fatti è una incredibile ricerca formata da biografie, alberi genealogici dei gruppi, curiosità, informazioni, discografie commentate e splendide fotografie a corredo dei testi. Il volume è stato realizzato poi con una cura maniacale anche nell’impronta grafica. Ideato e concepito in un curioso e grande formato quadrato (quindi quasi come un bel disco in vinile) e con una grafica che ricorda proprio gli splendidi ellepì hard & heavy di quegli anni pioneristici. Insomma, lo potrete riporre accanto alla vostra bella collezione di LP. Concludo non potendo non citare anche il capitolo iniziale (“Anni 70: i miei anni rock”) in cui Johnny racconta i 70’s, cercando di spiegarli come li ha vissuti da semplice fruitore musicale: musicista dilettante in un complessino rock, dj radiofonico in una minuscola radio amatoriale locale dove a cavallo degli anni 70 e 80 faceva girare la sua collezione di dischi… Proprio parlando di ciò, Johnny ci parla anche della fatica incredibile di reperire certi dischi all’epoca, i locali da ballo dove i gruppi italiani di quel periodo faticavano a portare in scena il loro repertorio rock e, ovviamente, la situazione musicale italiana di quel decennio. Insomma, ci da uno spaccato di quel periodo minuzioso, curioso e talvolta inedito, sicuramente rivolto a chi non ha vissuto in prima persona quel decennio. Lo fa (come ci racconta nella introduzione) come ha fatto con suo figlio Valerio, l’altro rocker di casa. Mettendogli fra le mani nomi, storie, fotografie, brani da sentire e spiegandogli i mostri sacri da cui possono aver preso ispirazione o coverizzato un brano. Sono sicuro che gli amanti del metal italiano potranno finalmente conoscere il retroterra culturale e musicale dal 1969 al 1979, quando alcuni gruppi scoprirono il pedale del distorsore e vollero provare a schiacciare quello scatolotto magico e crearono pian pianino una scena musicale hard rock non compatta, ma che almeno è sopravvissuta sino a noi grazie a splendide incisioni. E finalmente sapere (sui gruppi metal degli anni 80) le loro curiose origini musicali! Ma sono sicuro che anche gli amanti del progressive rock italiano scopriranno bands hard davvero sconosciute ed esaltanti del decennio.

 

Inserita da: Jerico il 14.01.2021 - Letture: 719

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