Recensione

Subito appena aver letto il nome del gruppo, A2aThoT, con quel numero e alcune lettere non a caso in maiuscolo, ho fortemente titubato sulle qualità del gruppo, in realtà one man band. Quello che invece ho potuto sentire mi ha ricordato che, ahimè, chi troppo vuole nulla stringe. Questo proverbio che per tutti è un monito a non fare il passo più lungo della gamba è per A2aThoT l'imperativo per costruire le proprie composizioni, cercando di seguire il concetto di “sperimentale”, come se ancora oggi si potesse. In realtà “sperimentale” significa solamente “bizzarro”, quando non semplicemente “scomposto”, dato che ormai tutto quello che trovate dentro questo EP è già stato sicuramente sperimentato da qualcun'altro, magari anche venti o trenta anni fa. Capiamo invece tutti che esiste un filone recente di ascoltatori che si accosta a quelle sonorità richiamate, anche solo in forma verbale da tutti quei gruppi che vanno dagli Anathema ai Sunn O))); quindi non solo gothic e doom, ma anche psichedelia e drone. Immaginate ora che qualcuno possa mescolare tutte queste ampissime influenze in un unico album di meno di trenta minuti: sembra impossibile. Infatti lo è. Questi tre brani offrono delle atmosfere molto blande, cercano di mescolare diversi generi, scadendo a volte nel parossismo, o in una resa e in una performance senza dinamica e senza troppo coinvolgimento. Il classico caso in cui è necessario focalizzare il sound prima di renderlo eclettico come si vorrebbe.

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• 22 Giu. 2015 A2ATHOT: cambio di line-up»

Recensioni

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  A2aThoT
  Gestalt [2014]

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