Abaton «We Are Certainly Not Made of Flesh» [2015]

Abaton «We Are Certainly Not Made Of Flesh» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
16.12.2015

 

Visualizzazioni:
2189

 

Band:
Abaton
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Titolo:
We Are Certainly Not Made of Flesh

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- Silvio Sassi :: Vox;
- Marco Burbassi :: Guitar;
- Riccardo Petrini :: Bass, Vox;
- Damiano Rogai :: Drums;

 

Genere:
Doom / Sludge / Hardcore

 

Durata:
45' 6"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
01.10.2015

 

Etichetta:
Drown Within Records
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Unquiet Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Grind On The Road
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Recensione

Dopo il debutto nel 2011 tornano a far parlare di loro i forlivesi Abaton che presentano il loro ultimo lavoro intitolato “We are Certainly Not Made of Flash” con una line up ridotta rispetto al precedente lavoro e proponendoci un sound sludge doom marcio e aggressivo che non passa inosservato. Ed proprio la caratteristica del sound che accredita il lavoro di questa band, un sound dai tratti quasi sperimentali e ipnotici capaci di mantenersi ben saldo per il genere suonato. I suoni della chitarra risultano pesanti, sabbiosi e intensi mentre il lavoro eseguito dalla batteria appare ottimale per il dinamismo che lo contraddistingue nonostante le andature risultino prettamente lente. Il clima che si assapora nel corso dell’ascolto appare suggestivo, oscuro, un po’ tetro se vogliamo, e nel contempo riesce ben a penetrare nella mente dell’ascoltatore. Ciascuno dei nove brani del platter danno in ogni caso prova dell’alternanza tra un contesto a tratti incisivo nella modalità proposta con un'altra molto più riflessiva, pacata, moderata che tende quasi a sviluppare una sorta di annullamento dei sensi affinché la musicalità assopisca appieno la mente del destinatario. Il lavoro apre con “[I]” brano dove subito la particolarità del sound unificata ad un’andatura ai limiti del lavico, presentano lo stile inconfondibile di questa band; il successivo “Anata” parte con un arpeggio semi distorto che assume i connotati di una condizione ipnotica che viene poi di seguito invasa sul finire dal growl cavernoso della parte cantata con un refrain musicale quasi rimbalzante ma sempre assolutamente lento; “[II]” ci trasporta in una dimensione arpeggiata pulita dove ben si percepisce anche il buon basso che non rimane certo in posizione arretrata rispetto agli altri strumenti; il contesto poi cambia diventando ritmicamente più incisivo; “Nadi” presenta un sound acustico quasi nebbioso ma anche se vogliamo un po’ dai connoti caratteristici del black metal dove partecipa con una parte quasi parlata ma un po’ sofferta Sean Worrell dei Nero di Marte; il successivo “[N] parte in maniera non poco irruenta con un andatura ritmica precisa e tagliente su cui poi va a cullarsi un arpeggio sempre supportato dal un’andatura moderata; segue “Flesh” ci trasporta nuovamente in un contesto ambientale molto tetro e cupo formato da rumori di attitudine sperimentale me pur sempre di attitudine nefasta; “[IV]” brano più lungo del platter per i suoi circa dieci minuti di durata che vede nuovamente la partecipazione dell’artista Sean Worrell nella parte vocale; il brano ha un altro intro formato da note tra basso e chitarra sempre profonde e cupe, su una ritmica che si alterna tra silenzio e lentezza; gli ultimi due brani “Eco” e “[V] danno ancora una volta prova della capacità della band di districarsi in maniera ottimale nel contesto doom sludge finalizzandone seppur raramente i contenuti anche ad elementi di matrice black metal. Il lavoro complessivamente appare considerevole soprattutto sotto il profilo musicale che, seppur esasperante e lento, riesce nello stesso tempo ad essere profondo per le sue continue variabili musicali.

Track by Track
  1. [I] 70
  2. Anata 75
  3. [II] 70
  4. Nadi 75
  5. [N] 70
  6. Flesh 70
  7. [IV] 75
  8. Eco 65
  9. [V] 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
72

 

Recensione di Wolverine pubblicata il 16.12.2015. Articolo letto 2189 volte.

 

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