Alchimia «Musa» [2017]

Alchimia ĞMusağ | MetalWave.it Recensioni Autore:
Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
05.05.2017

 

Visualizzazioni:
2915

 

Band:
Alchimia
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Titolo:
Musa

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- Emanuele Tito :: All music;
- David Folchitto :: Drums;
- Fabio Fraschini :: bass;
- Gianluca Divirgilio :: guitar;

 

Genere:
Gothic / Folk / Metal

 

Durata:
48' 23"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
21.04.2017

 

Etichetta:
Buil2kill Records
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Nadir Music
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Metaversus - Press & Promo
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Recensione

Nasce come one man band questa di Alchimia per volere del partenopeo Emanuele Tito, giovanissimo autore che nel 2012 aveva dato vita ad un primo progetto solista negli Shape ed oggi in questo nuovo parallelismo all’interno del quale prendono parte coadiuvando l’autore alcuni artisti di spicco nazionale tra cui Davide Folchitto alla batteria, Fabio Fraschini al basso e Gianluca Divirgilio alla chitarra. L’autore, che intitola questo suo lavoro “Musa”, musicalmente genera un gothic metal che tende a miscelarsi con il folk anche attraverso numerosi passaggi acustici sino a generare addirittura diverse sezioni death. L’ascolto, all’interno del quale l’autore apporta il suo clean vocale quasi di importazione blues, si rileva nel complesso particolarmente melodico e malinconico sia per le particolari ambientazioni acustiche dal sapore depressive che allo stesso tempo divengono in alternanza romantiche e rabbiose. I dieci brani racchiusi nel disco, cominciano con “Orizzonte” dal sapore particolarmente malinconico sviluppato su base iniziale acustica ed all’interno della quale la voce semi soffusa dell’autore lascia quella sensazione di pacatezza che viene poi trasformata in growl capace di districarsi nella successiva andatura moderata dal sapore death; segue poi “Lost” la cui apertura gothic particolarmente moderata lascia emergere la vena malinconica dell’autore in alternativa a quella più romantica; si prosegue poi con “Exsurge et Vive” e “My Own Sea”, altri due brani esclusivamente moderati che si alternano l’uno con l’altro tra ambientazioni sonore acustiche più tendenti questa volta al folcloristico; non male “Whisper of the Land” un pezzo dal sapore mediterraneo esclusivamente improntato su un lavoro di chitarra acustica che lascia immaginare quel profumo che solamente il mare sa dare; stessa sensazione si ravvisa anche nel successivo “Waltz of the Sea”, una sorta di valzer acustico tra chitarre e percussioni in sottofondo; l’ascolto prosegue con “Leaves”, un brano che ricorda molto lo stile dei Novembre, sensazione questa qui confermata ma anche percepita in diversi passaggi di brani precedenti; “Oceano” rappresenta altra moderata quanto riflessiva musicalità che si riversa in “The Fallen One” per la sua particolare quanto semplice esecuzione sino a giungere alla conclusiva “Memory”, uno dei brani forse un po’ più movimentati dell’intero lavoro dove, ancora una volta si ravvisa molto dei Novembre. Il disco offre dei discreti spunti compositivi di cui il giovane autore è particolarmente dotato anche se spesso non vengono esaltati come dovuto per una produzione non troppo perfetta. In ogni caso l’artista non mancherà di migliorarsi nel suo prossimo lavoro soprattutto su alcuni passaggi qui sin troppo elementari che meritano probabilmente una maggiore solidità compositiva.

Track by Track
  1. Orizzonte 70
  2. Lost 65
  3. Exsurge et Vive 70
  4. My Own Sea 70
  5. Whisper of the Land 65
  6. Waltz of the Sea 70
  7. Leaves 70
  8. Oceano 65
  9. The Fallen One 65
  10. Memory 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 60
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 65
Giudizio Finale
68

 

Recensione di Wolverine pubblicata il 05.05.2017. Articolo letto 2915 volte.

 

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