Argus «Boldly Stride The Doomed» [2011]
Argus
Titolo:
Boldly Stride The Doomed
Nazione:
U.s.a.
Formazione:
Butch Balich - vocals
Jason Mucio - guitar
Erik Johnson - guitar
Andy Ramage - bass
Kevin Latchaw - drums
Genere:
Durata:
54' 38"
Formato:
CD
2011
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
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Recensione
Da alcuni tempi (non meglio precisati...) il doom è tornato in pompa magna. Ma non il funeral doom, bensì la sua forma più primordiale e per certi versi potremmo anche solo parlare di metal classico; alcuni hanno anche deciso di invertire la rotta da lidi più estremi, per seguire il trend. All'interno del retro metal, il doom è il meno nerd; non si sa come, ma risulta meno (passatemi questa definizione) “scaduto” e per certi versi, essendo vicino allo sludge e precursore del drone, può persino risultare “cool”. Insomma il revial del metal classico è sfigato, mentre la controparte doom è vintage. Qui abbiamo un caso più particolare, gli americani Argus, che hanno deciso di seguire le tracce di band come i gloriosi (non c'è definizione migliore) Trouble; metal classico all'ennesima potenza variegato di ispirazioni occulte dei fondamentali Black Sabbath, chitarre gemellate e lamentose che evocano atmosfere ancestrali, rituali e pagani.
Per gli Argus la sonorità è importante e infatti la registrazione del disco è caratteristica, rispetta molto il sound che fu, senza però risultare impastato o confuso; un'attualizzazione del modernariato strumentale. Ben 54 minuti di musica e tracce a lunga durata compongo l'album in cui spiccano i quasi dodici di “Pieces Of Your Smile”; l'influenza dei Trouble è fortissima, ma riescono comunque a non farsi coinvolgere troppo dall'emulazione, riservando anche un tono più personale, che definirei gothic, in un senso più moderno alla Paradise Lost, ed è un po' questa la carta vincente delle tracce di questo lavoro. Un episodio si distingue dalle altre per la sua compattezza, meno di tre minuti, “Bodily Stride The Doom” (stranamente proprio la title track), in cui sono chiaramente percettibili anche risvolti NWOBHM, che è un po' l'altra finestra a cui si affacciano.
Quindi la “timeline” è semplice: vecchio metal inglese e doom americano anni '80 e gothic metal anni '90, il risultato è un album molto pulito, omogeneo, non sempre intenso, ma di sicuro non noioso, nonostante la sua durata e le caratteristiche tipiche del genere. Non necessariamente per invasati, ma di sicuro per appassionati della vecchia scuola.
Track by Track
- Abandoning the Gates Of Byzantinum 70
- A Curse On The World 70
- Wolves Of Dusk 70
- The Ladder 70
- Durendal 70
- 42-7-29 75
- Boldly Stride The Doomed 60
- Fading Silver Light 70
- Pieces Of Your Smile 75
- The Ruins Of Ouroboros 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 60
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
70Recensione di June pubblicata il --. Articolo letto 1492 volte.
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