Ars Onirica «Utopia: A winternight’s traveller» [2004]
Ars Onirica
Titolo:
Utopia: A winternight’s traveller
Nazione:
Italia
Formazione:
Adrian - Raw Vocals
Agares - Drums, Clean Vocals
Luca - Lead Guitar
Alessandro - Guitar
Fox – Bass
Genere:
Durata:
28' 0"
Formato:
2004
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Debut demo per i capitolini Ars Onirica che danno alla luce la loro prima invernale creatura “Utopia: A winternight’s traveller”. Le caratteristiche del sound di questi 5 ragazzi è riscontrabile in gruppi quali Novembre e Opeth, ma comunque non siamo di fronte a una band clone, l’ispirazione e l’originalità la fanno da padrone in questo cd. Sin dall’opener “Grey” veniamo travolti dalla dolcezza di un arpeggio stupendo che mi ha riportato alla mente come atmosfere e suoni lo strumentale “Elohim Meth” dei Katatonia , tutto ciò carica il pezzo che inizia con un andamento rockeggiante intervellato da stacchi di chitarra molto tecnici, dove si posa la voce screaming di Adrian, ma l’evolversi di questo pezzo ha dell’incredibile visto che faranno capolino molte altre cose tra cui clean vocals ispiratissime ad opera del drummer Agares , ma anche uno stacco death-thrash che chiude la prima parte della canzone, il resto non ve lo voglio dire perché sennò vi svelerei troppo. “Married in death” comincia con un classico stacco alla Opeth che prelude ad una strofa thrasheggiante nell’incedere ma sempre più aggressiva del dovuto per via dello screaming, ma la chicca assoluta sta nel ritornello davvero emozionante e negli altri passaggi presenti tra cui un’altra parte in clean vocals e un blast beat davvero terrificante del drummer caricato da riff heavy intricatissimi sparati a mille dalla copia d’asce Luca e Alessandro, ma come se non bastasse il pezzo si conclude anche con un riff Schuldineriano, che si rivela a dir poco geniale. Poi come per magia si arriva al pezzo simbolo “Dellamorte Dellamore” (interamente scaricabile dal sito della band www.arsonirica.tk ) per chi scrive il migliore di tutto il demo, beh questa canzone non ha bisogno di spiegazioni particolari, le sensazioni che mi scaturisce sono molteplici, posso solo dire che le clean vocals qui sono ancora più ispirate, e la parte cantata in italiano da Adrian fa scattare la lacrima perché l’intensità di quelle urla è un qualcosa d’incredibile, anche il finale dice la sua adottando delle soluzioni care ai concittadini Room with a view. “Wounds” risulta essere il pezzo più strano e tecnico di tutto il cd, che saggia sempre di più le risorse infinite della band. Ottime le prove di ogni singolo componente tra cui Adrian che regala una prestazione perfetta per via del suo screaming acido e aggressivo, Agares invece grazie al suo variopinto drumming riesce a dare il giusto andamento ad ogni situazione che insieme a Fox e Alessandro danno vita a una perfetta sezione ritmica. Infine menzione particolare per il chitarrista Luca autore di tutte le canzoni e ovviamente di una grande prova da solista, ogni suo virtuosismo presente non è mai fine a se stesso, dimenticavo di ricordare la perfetta produzione per via dei 16th Cellar studios di Stefano Morabito ormai vera istituzione delle produzioni metal romane. In definitiva una giovane band che nel tempo potrà migliorare ancora molto, ma che nell’immediato presente ci ha regalato un grande demo che merita tutte le attenzioni possibili da parte delle etichette… bravi ragazzi!
Track by Track
- Grey 85
- Married in Death 85
- Dellamorte Dellamore 90
- Wounds 80
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 90
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 80
- Tecnica: 80
Giudizio Finale
83Recensione di The sun of weakness pubblicata il --. Articolo letto 3898 volte.
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