ArtemisiA «Stati Alterati di Coscienza» [2014]

Artemisia «Stati Alterati Di Coscienza» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
23.05.2014

 

Visualizzazioni:
2489

 

Band:
ArtemisiA
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Titolo:
Stati Alterati di Coscienza

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Anna Ballarin :: voce
Vito Flebus :: chitarra
Ivano Bello :: basso
Gus :: batteria

 

Genere:
Melodic Stoner

 

Durata:
41' 58"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
15.10.2013

 

Etichetta:
Videoradio Edizioni Musicali
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Distribuzione:
Self Distribuzione
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Agenzia di Promozione:
Mazzarella Press Office
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Recensione

Mi spiace, ma il terzo album dei Goriziani Artemisia, edito per la Videoradio (10 tracks x 41min 58sec), tutto sommato non va molto oltre una sufficienza, malgrado sia formalmente, ben suonato, ben registrato e soprattutto ben cantato.
“Stati alterati di coscienza” ha infatti il malus (cioè il contrario del bonus) di provare ad attaccare con tante frecce, ma sono tutte spuntate. Anzitutto, nonostante lo Stoner Rock e il progressive citati nella biografia, per me le canzoni sono un rock leggero, forse perfino pop a volte, vista la natura catchy di certe loro composizioni. Di certo non aiuta un sound fin troppo pulito e oserei dire radiofonico (e forse è per questo che l’intera proposta musicale vira verso il pop), che sbatte la voce in primo piano e sacrifica tutti gli altri strumenti a fare da comprimari in sottofondo, conferendo un suono particolarmente smussato e poco spigoloso. Questo è non un male, ma neanche c’entra moltissimo col genere proposto su queste pagine il più delle volte.
Per quanto riguarda le composizioni, di base non sono male, visto che le prime tre canzoni ci convincono in quanto sono forse un po’ manieristiche ma gradevoli, con le prime due più rockeggianti (ma ribadisco: sempre di rock leggero si parla), e la terza a essere una ballad soffusa e avvincente, ma poi tranne alcuni episodi come “Mistica”, la band sembra fare il resto dei brani senza curarsene troppo né pensare se portino qualcosa di innovativo nell’album, e così ci troviamo o davanti a brani come “Nel dipinto”, scarsamente rilevante e che nulla aggiunge rispetto a quanto già detto, o davanti a brani che riprovano a usare il mood lento, introspettivo e poco distorto, come “Vanità” e “il libro di Katul”, oppure ancora davanti a brani che tentano altre vie tipo quella del rock n roll (“Corpi di pietra”) senza riuscirci granché, oppure tinte più fosche come la conclusiva “Presenza”, che cerca di essere più struggente, ma anche qui senza risultati degni di nota. E poi c’è la voce. Una voce splendida, ma che secondo me è troppo sbattuta in primo piano, e che spezzetta troppo le parole nelle canzoni, rendendo i testi difficili da capire a volte, e con gli strumenti che, ahimé, si limitano ad accompagnare la voce. Certo, non si tratta di due pirla che fanno 4 accordi a canzone, ma francamente visto che si parla di prog, avrei preferito qualcosa di più che sostenere solo la linea melodica vocale, anche se con buoni arrangiamenti (ma volumi bassi...) e poco o nient’altro.
Insomma: è difficile inquadrare quest’album perché sembra proprio un cd come quelli commerciali, fatti per la massa, cioè con qualche singolo in apertura e tutto il resto anche se non è all’altezza dei primi brani non fa niente, senza spigoli nel sound, senza digressioni musicali o innocui assoli di chitarra ma tutto impostato sulla voce. Non è brutto perché non è fatto male, non merita la bocciatura perché il fatto di essere così easy listening e scorrevole potrebbe destare l’attenzione di qualche rocker o di qualche amante del gothic più leggeri, ai quali consiglio l’acquisto del cd. Per il resto, a me questo non sembra un cd che ha molto a che spartire con la musica qui normalmente trattata, perché non è metal, non è assolutamente prog e sul fatto se sia stoner concedo il beneficio del dubbio perché con la voce così alta gli strumenti non si sentono bene, anche se la tipica marea di bassi, i fuzz e i big muff tipici di questo genere se anche ci sono, sono ridotti davvero ai minimi termini. Per me, questo è un cd rock leggero quasi pop, con voglia di essere commerciale e radiofonico, che comunque non è scevro dai difetti suddetti, che sono abbastanza gravi o ancora troppo immaturi per una band al suo terzo album. Io oltre il voto riportato non mi spingo, poi son fatti vostri.

Track by Track
  1. La strega di port alba (Maria la rossa) 70
  2. Il bivio 70
  3. Insana apatia 70
  4. Il pianeta x 60
  5. Nel dipinto (artemisia gentileschi) 60
  6. Mistica 70
  7. Corpi di pietra 50
  8. Vanita 60
  9. Il libro di Katul 60
  10. Presenza 60
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 55
  • Qualità Artwork: 60
  • Originalità: 60
  • Tecnica: 65
Giudizio Finale
63

 

Recensione di Snarl pubblicata il 23.05.2014. Articolo letto 2489 volte.

 

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