Artificial Heaven «Digital Dreams» [2024]
Recensione
Gli Artificial heaven si formano nel 2021 dalle ceneri di bands precedenti (Witches Of Doom e altre).
La loro musica è un mix di Gothic Rock con influenze anni ottanta come quelle date da The Cult, Sisters of Mercy, Killing Joke e Iggy Pop.
Questo nuovo lavoro si chiama “Digital Dreams" e possiede vibrazioni Gothic e Post-Punk che vengono arricchite dalla presenza di Francesco Sosto and Riccardo Studer; è interessante notare che alcune tracce sono legate tra di loro, tuttavia non si tratta necessariamente di un concept album.
La sua uscita è prevista per il 12 di gennaio 2024 ma noi abbiamo già potuto ascoltarlo in anteprima e ora ne parliamo in maniera un pò più approfondita.
In apertura Fall away, un brano dai toni oscuri con un tocco di industrial che viene amplificato dalla voce del cantante particolarmente bassa; in Log on troviamo un aspetto un pò più rock, sicuramente accattivante.
Meno convincente Electric rain, l’ho percepita come un pò ripetitiva e poco intrigante nel suo insieme.
Ennio è un’intro breve che ci porta dritti a Automatic love, song con una certa introspezione in cui il cantante sembra mettersi a nudo nella sua fragilità donando una valida interpretazione che ben si accosta alla musica dal tono malinconico.
L’inizio di Dark room mi ha ricordato la colonna sonora di un noto compositore, tuttavia la canzone si snoda diversamente, il ritornello mi è parso un pò debole.
Lie to me è particolarmente orecchiabile, il chorus ti rapisce dal primo ascolto e la chitarra elettrica diventa, almeno parzialmente, protagonista, ci voleva giusto un pò più di “cattiveria” e sarebbe stata perfetta.
Discorso diverso per Digital dreams e Sleeping tablets, non possiedono infatti la verve di quanto ascoltato precedentemente e mi hanno tanto ricordato i nostrani Litfiba facendomi fare un balzo nel passato, non sempre gradito o comunque ben riuscito.
Body shaming è sicuramente più interessante nel suo rock oscuro, a tratti mi hanno ricordato i Poison black.
Arriviamo alla cover Russian roulette (The Lords Of The New Church), ben fatta, senza lode e senza infamia.
Ascoltando questo disco si capisce subito che gli Artificial Heaven hanno alle spalle una certa e valida esperienza. Sicuramente la scelta di fare questo tipo particolare di genere non è scontata e i ragazzi hanno saputo mantenere una certa coerenza all’interno della loro opera, persino nella bellissima cover in bianco e nero.
La voce di Fabio è sicuramente un punto distintivo del progetto, così profonda e perfettamente inserita in ciò che canta ed esprime, la si può riconoscere tra mille.
In contrasto, avrei preferito sentire gli altri strumenti, in particolare la chitarra, più co-protagonisti, più decisi e incisivi, perché credo sarebbero stati degli ottimi arricchimenti alla parte vocale.
Sicuramente Digital Dreams è qualcosa di speciale, ha qualcosa da dire e lo fa con intelligenza e maturità, senza risultare pesante o noioso, l’unica cosa in cui pecca leggermente è una certa carenza di energia ma, in fondo, può piacere anche per questo.
Track by Track
- Fall away 70
- Log on 70
- Electric man 60
- Ennio S.V.
- Automatic love 65
- Dark room 60
- Lie to me 70
- Digital dreams 60
- Sleeping tablets 60
- Body shaming 70
- Russian roulette 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 80
- Originalità: 65
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
68Recensione di reira pubblicata il 19.12.2023. Articolo letto 526 volte.
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