Asofy «Percezione» [2013]
Recensione
Questo è uno di quei cd che dice di proporre un genere (Post Black Metal mischiato con l’ambient, lo si legge nella biografia), ma in realtà propone a mio avviso altra musica: questo “Percezione” dei milanesi Asofy, duo che propone 4 tracce per 48 minuti di musica, è un disco scarsamente elettrico e che insiste tantissimo su sonorità acustiche (e anche quando va sull’elettrico non è che ci sia una schitarrata col gain a manetta, anzi), con arpeggi e momenti crepuscolari, e che se non aveva la voce screaming e non avesse cercato tempi di batteria medi o anche veloci, avrebbe funzionato.
Sì perché il problema di questo disco è che è sconnesso. Esiste un’anima della band dove Tryfar suona i suoi arpeggi acustici tranquillamente, dove tutto è pacioso, post rock e lontano da ciò che è il black metal o il metal in generale, mentre l’altra anima è data da una tentazione, come accennato, di metterci a forza degli stilemi black metal. E così Empio fa il possibile, ma delle metriche piatte e poco convincenti, una voce screaming totalmente fuori contesto con le atmosfere crepuscolari, una timbrica declamata che stona totalmente con l’atmosfera dei brani, un volume completamente diverso della voce e infine delle accelerazioni un po’ improbabili e non fondamentali rovinano ottima parte dei brani. Particolarmente, in “Saturazione”, dove un mid tempo di batteria non viene supportato bene da un riff acustico arpeggiato, e la sparata veloce di “Ombra”. Un vero mortorio, infine, è la canzone finale da 9:20 circa in poi, dove onestamente bisogna impegnarsi per capire cosa stia suonando la batteria, e il brano plana noioso verso la conclusione.
C’è qualcosa di positivo? In realtà sì: è possibile apprezzare, quando il disco è strumentale e va piano, delle atmosfere comunque coinvolgenti e interessanti, che potrebbero appassionare alcuni amanti del depressive, ma soprattutto amanti del doom sperimentale e di certo ambient. Che tuttavia, di nuovo, non so fino a che punto potranno appassionarsi agli elementi inopportuni black metal.
In conclusione: non un disco da buttare, ma un disco doom per amanti delle atmosfere crepuscolari. Per quello che riguarda le influenze Black Metal, consiglio di eliminarle del tutto o quantomeno di bilanciarle meglio di così, perché onestamente hanno devastato quasi tutto ciò che c’è di buono in questo cd.
Track by Track
- Luminosita 65
- Saturazione 60
- Ombra 60
- Oscurita 55
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 55
- Qualità Artwork: 65
- Originalità: 60
- Tecnica: 60
Giudizio Finale
61Recensione di Snarl pubblicata il 08.09.2013. Articolo letto 1362 volte.
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