Bad Weather Project «Stormriders» [2015]
Recensione
Fresco di press questo cd, tutto Hard Rock Style dal titolo Stormriders degli italianissimi Bad Weather Project, si ispira maggiormente a band anni ‘90 quali G’n’R, Staind, Pearl Jam carpendone l’essenzialità ma con una rivalutazione in chiave moderna che risulta apprezzabile. Sin dalle prime battute questi giovani spruzzano espressività ed energia in maniera incredibile hanno voglia di farci sentire, al di là della musicalità, anche qualcosa di personale riuscendoci con estrema semplicità. I suoni, come detto, sono tutti prevalentemente strutturati in maniera nitida e vengono riproposti dal passato dove si percepisce facilmente quel tocco che un tempo avvertivamo facendo girare nei nostri lettori i cd di quelle band sopra ricordate. Il disco, nel complesso, ha un andamento lineare da cui emerge la voglia di contrastare con tutto ciò che non permette di far raggiungere gli obiettivi prefissati generando negli animi una sorta di apatia e disagio la cui unica medicina per uscirne e per dare sollievo è proprio questa che i BWP ci propongono. Stilisticamente il full lenght di nove tracce racchiude un hard rock che si alterna tra momenti di calma a momenti di maggiore entusiasmo rappresentato dai suoni corposi che vengono sprigionati dalle corde; non mancano ovviamente ritmiche che risultano essenziali e lead solo che ricordano maggiormente lo stile di un certo Saul Hudson. Quanto ai brani, il lavoro si apre con l’opening “Updraft” il cui arpeggio ricorda vagamente i Damage Plan e rappresenta un intro tutto sommato rilassante essendo solo realizzata in modalità acustica con canto e un fraseggio di batteria; “Timebomb” parte carica anche se ricorda invece un po’ i Velvet Revolver e il guitar solo alla Slash; “Savior” con una ritmica convincete apre subito le danze a suon di Hard Rock con un cantato tipo da esultazione ma ben congeniato nella dinamica del brano. Prevalentemente calmo ma profondo soprattutto nel sound è “Code of Soul” da cui emerge tutta l’espressività di questa band. La successiva “Ragesong” parte con un riff eseguito dal basso e il successivo attacco sonoro, incluso l’orecchiabile ritornello, danno una bella impressione; momento di riflessone intensa con “Brother” dove si raggiunge una buona espressività sia canora che sonora entrambe realizzate in modalità sempre Hard Rock ma più rallentato; il motivo a seguire “Escapology” riparte un po’ più spumeggiante della precedente ma sempre con un eccentrico Hard Rock per poi alternarsi a momenti di quiete che vanno poi in crescendo con intensità e con altrettanta inventività strumentale. Dopo un inizio molto rilassante tutto strutturato in acustico, “Scars” offre un distinto riff come ritornello molto semplice ma nel complesso efficace; piacevole ma serio il cantato. Il brano di chiusura “Windshaker” un rocchettone quasi in azzardo thrash, che nel complesso appare piacevole. Questi Bad Weather Project, seppur in alcune esecuzioni possono sembrare apparentemente ripetitivi, sanno bene il fatto loro e sono pronti comunque a sorprendervi.
Track by Track
- Updraft 60
- Timebomb 55
- Savior 65
- Code of Soul 80
- Ragesong 75
- Brother 75
- Escapology 70
- Scars 75
- Mindshaker 60
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 85
- Originalità: 70
- Tecnica: 65
Giudizio Finale
71Recensione di Wolverine pubblicata il 30.04.2015. Articolo letto 1720 volte.
Articoli Correlati
News
Recensioni
- Spiacenti! Non sono disponibili Recensioni correlate.
Interviste
- Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
- Spiacenti! Non sono disponibili Live Reports correlati.
Concerti
- Spiacenti! Non sono disponibili concerti correlati.