Black Capricorn «Omega» [2020]

Black Capricorn ŤOmegať | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
20.07.2020

 

Visualizzazioni:
1028

 

Band:
Black Capricorn
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Titolo:
Omega

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Virginia :: Bass
Rakela :: Drums
Kjxu :: Guitars, Vocals

 

Genere:
Psychedelic Doom Metal

 

Durata:
1h 55' 19"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
14.02.2020

 

Etichetta:
Sad Sun Music
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

“Omega” è il quarto album della band Cagliaritana Black Capricorn, che ci propone Doom in 11 tracce (più 3 per questa ristampa in digitale), per una durata sfiancante che arriva quasi a ben 2 ore di durata. Una scelta ambiziosa e anche molto rischiosa, perché questa soluzione stilistica spesse volte significa o fare un capolavoro storico, o fare un disco che funzionava se durava di meno. A quale fascia appartengono i Black Capricorn? A quella più comune, cioè la seconda purtroppo. Tuttavia, con sorpresa, non è tanto la durata del disco a zavorrare “Omega”, quanto piuttosto l’estrema semplicità di songwriting, che delimita moltissimo l’audience ideale di quest’album.
In pratica, il discorso è abbastanza eloquente sin dall’opener, “Evil horde of lucifer” che si basa su dei riffs molto semplici e arrangiamenti basilari, ma con una buona componente corale, che pur non facendo mai uscire i BC dallo status di “black sabbath tribute”, riesce comunque ad avere un’aura di sacralità nel brano. Bene: questo tipo di formula si ripete per tutto l’album ma senza più la coralità, a volte facendosi notare per una certa incisività di fondo come in “Flower of revelation”, e altre volte per delle belle intuizioni, come una chiusura orchestrale che corona “Black capricorn seal”, ma per il resto da qui fino alla sostanziale conclusione, “Omega”, la formula resta invariata, con un mood che convince più per l’impassibilità con cui sono riproposti i mood, che per l’effettiva profondità degli stessi. Il tutto condito con una certa dose di lungaggini, che rendono certi brani autoreferenziali e forzatamente lunghi, come “Antartide”, il cui intro semplice e tutto sommato nella media va a occupare i primi 5 minuti e mezzo dei 17 complessivi, o come la stessa “Omega” davvero troppo allungata e che non meritava di durare ben 9 minuti. Un discorso a parte va fatto per le tre bonus tracks conclusive, che staccano decisamente col mood del disco, suonando come una specie di doom rock strumentale ma sempre molto semplice e con intro o riffs dalla durata fin troppo elevata, risultando perlopiù incolori.
Insomma: “Omega” dei Black Capricorn è un disco per chi ama il doom più minimalista e ripetitivo, che può far felici sulla distanza più che per momenti in particolare, ma è anche un disco che possiede delle parti che durano fin troppo, finendo per suonare diluito e forse troppo autoreferenziale senza che ce ne sia un buon motivo, vista la semplicità delle canzoni. Roba che senza le tre bonus tracks e scorciando alcuni intro e outro fin troppo lunghi, si arrivava a far entrare tutta la musica su un solo cd. Ne risulta un album che può piacere ai fan della fascia del doom suddetta, ma penso che la troppa limitazione del songwriting potrebbe far trovare questo “Omega” troppo canonico e diluito per altri.

Track by Track
  1. Alpha - Intro S.V.
  2. Evil horde of lucifer 70
  3. Accabbadora 65
  4. Flower of revelation 70
  5. Antartide 60
  6. Black capricorn seal 65
  7. Devil and the death 60
  8. The man who dared 70
  9. Stars of orion 65
  10. Quest for agartha 70
  11. Omega 60
  12. Doomftrs 55
  13. La sella del diavolo 55
  14. Astroflower 55
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 65
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 55
  • Tecnica: 60
Giudizio Finale
63

 

Recensione di Snarl pubblicata il 20.07.2020. Articolo letto 1028 volte.

 

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