Blue Dawn «Cycle of Pain» [2014]

Blue Dawn «Cycle Of Pain» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
01.10.2014

 

Visualizzazioni:
2373

 

Band:
Blue Dawn
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Titolo:
Cycle of Pain

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Monica Santo :: voce
Enrico Lanciaprima :: basso, voce
Luigi Milanese :: chitarra
Andrea Di Martino :: batteria
James M. Jason :: tastiere, synth
Roberto Nunzio Trabona :: sassofono

 

Genere:
Hard Rock / Metal

 

Durata:
55' 49"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2014

 

Etichetta:
Black Widow Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

“Cycle of Pain” è il secondo album dei Blue Dawn, combo Genovese sotto la nota Black Widow Records, e che propone circa 56 minuti di musica Doom, ma un doom perlopiù orientate al vecchio stile tipo Black Sabbath, al doom metal propriamente detto, e che poco ha a che spartire con le tentazioni Stoner odierne.
La musica qui proposta è tanta, ma va detto che strumentalmente i Blue Dawn sono semplicemente una grande band, soprattutto il chitarrista, che non si limita a fare due riffs in powerchord, ma che invece si dimostra un oculato conoscitore del suo strumento, cesellando le canzoni e formando un muro musicale non rovinato da troppi bassi e vari effetti tipo Big Muff, che permettono alle composizioni di risplendere in uno stile abbastanza seventies, dalla Sabbathiana “The power that be”, alla misterica “Emerald eyes” alla più rockeggiante e easy listening “Naked Soul”, alla contorta title track, passando per la groovy “Contempt” e finendo, tra gli episodi che mi hanno colpito, per la tersa e interessante “The one to blame”. Ne risulta un album da questo punto di vista molto godibile e sicuramente consigliabile agli amanti del doom che si rifà agli anni 70, debitore ai grandi nomi come Black Sabbath e Rush.
Ma a controbattere a un substrato musicale così ben fatto c’è purtroppo la voce. Intendiamoci: la loro cantante Monica Santo sa cantare, e la resa strumentale sopperisce secondo me a quella canora e quindi il difetto non è grave, ma resta il fatto che Monica insiste per tutto l’album su una voce squillante dalle tonalità medio alte, e questo zavorra il disco perché la prova canora di lei non brilla né come amalgama alla proposta musicale, né come soluzioni stilistiche, visto che mancano ritornelli davvero efficaci e a volte anche le linee vocali della cantante si rivelano più nella media, né come inventiva perché comunque avrei apprezzato qualche nota più bassa, una modulazione, uno stile più narrato anche non ci sarebbe stato male, e invece non è così. Lo stile è sempre quello, tra l’altro mai con sovraincisioni, mai armonizzazioni eccetera. Da questo punto di vista la voce mi convince solo come capacità, ma come inventiva assolutamente no, anzi trovo la prestazione della cantante buona solo tecnicamente, e anche a livello di pronuncia dell’inglese siamo messi un po’ male (sarà un dettaglio, ma certe pronunce davvero rendono la canzone meno interessante).
Ma lo ripeto: musicalmente il cd è fatto molto bene e in parte sopperisce a questo difetto, anche se quello che poteva essere un bel disco doom prog stile 70s si riduce a essere poco più che un disco per appassionati del genere appena detto e nulla più. Peccato...

Track by Track
  1. The power that be 70
  2. Emerald Eyes 70
  3. Naked Soul 70
  4. Cycle of Pain 70
  5. Clone 60
  6. Dawn of contempt (Intermezzo) S.V.
  7. Contempt 70
  8. Aurora (Intermezzo) S.V.
  9. The one to blame 70
  10. Red Sun (Intermezzo) S.V.
  11. In every dream Home an heartache (Cover Roxy Music) S.V.
  12. Last cry 60
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
67

 

Recensione di Snarl pubblicata il 01.10.2014. Articolo letto 2373 volte.

 

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