Bretus «Magharia» [2021]

Bretus ĞMaghariağ | MetalWave.it Recensioni Autore:
Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
25.10.2021

 

Visualizzazioni:
955

 

Band:
Bretus
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Titolo:
Magharia

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- Zagarus :: Voce;
- Ghenes :: Chitarra, Effetti;
- Janos :: Basso;
- Striges :: Batteria;

 

Genere:
Doom Metal

 

Durata:
39' 4"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
07.05.2021

 

Etichetta:
The Swamp Records
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Overdrive
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Burning Coffin Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Già noti sulla underground sia nazionale che non, i Brutus, ci danno il loro ben servito con il loro quinto album chiamato “Magharia”, un disco semplicemente straordinario, se questo termine può bastare. Grandi maestri del doom nazionale, che hanno dedicato e curato in maniera maniacale la riuscita di questo disco. Probabilmente costretti dal passato lockdown, il quartetto di Catanzaro incentra l’intero lavoro rievocando, per quanto, attiene il songwriting, alcune leggende e storie di fantasmi appartenenti alla nostra cultura ed inscenanti un clima oscuro, cupo in perfetta similitudine con l’intera atmosfera che l’intero disco emana. Molte indubbiamente le influenze che il disco richiama a sé soprattutto rievocando band storiche quali Cathedral, Black Sabbath e via discorrendo, band queste capaci di trasmettere ai nostrani un velo quasi magico, di magia nera, inscenando una teatralità unica nel suo genere. L’ottima apertura di “Celebration Of Gloom” rappresenta una sorta di apripista che conduce a poco a poco l’ascoltatore in un mondo incantato fatto di imponenti riff, parti suonate con il flauto, un qualcosa di decisamente magico capace di trasformare il tutto in un’atmosfera settantiana e immancabilmente mistica; la seguente “Cursed Island” con il suo riff imponente e il fantastico lavoro in synth nella parte centrale denotano un livello di maturazione cosmico; indubbiamente una delle tracce più belle del lavoro; “Moonchild ‘s Scream” offre un ventaglio compositivo mono incisivo e attraente rispetto al suo predecessore lasciando sempre quel velo oscura che impera per l’intera durata della traccia; “Nuraghe” forte di un riff ancora una volta di portata ingente e la successiva “Headless Ghost” ancor più dinamica ci trascina in un vortice da cui è impossibile venir fuori; ma ancora la forza di “Bridge Of Damnation” perfetta coesione tra la possenza dei riff e il piacevole passo quasi l felpato del basso fanno tutto il resto; micidiale anche la penultima “Sinful Nun” ritmicamente imponente e forte di riff fortissimi nella resa che cede poi il posto alla lunga conclusione offertaci dalla strumentale “Magharia” un capolavoro inaspettato che vede l’alternanza tra oscurità e misticità offerta anche dall’ottima resa del synth che non ci mette poi tanto a ricordarci il sottofondo di qualche film degli anni ’70. Un disco incredibile che segna ancora una volta l’elevata portata artistica di questa band della quale non possiamo far altro che esserne fieri.

Track by Track
  1. Celebration of Gloom 85
  2. Cursed Island 80
  3. Moonchild's Scream 80
  4. NecroPass (Instrumental) S.V.
  5. Nuraghe 85
  6. Headless Ghost 80
  7. The Bridge of Damnation 80
  8. Sinful Nun 80
  9. Magharia (Instrumental) 85
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 80
  • Originalità: 85
  • Tecnica: 90
Giudizio Finale
83

 

Recensione di Wolverine pubblicata il 25.10.2021. Articolo letto 955 volte.

 

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