Chronos Zero «Hollowlands» [2016]
Chronos Zero
Titolo:
Hollowlands
Nazione:
Italia
Formazione:
- Enrico Zavatta :: Guitars, Piano and Keyboards;
- Federico Dapporto :: Bass;
- Edoardo Velli :: Drums & Percussion;
- Margherita Leardini :: Female Vocals;
- Manuel Guerrieri :: Scream vocals;
- Gianbattista Jan Manenti :: male vocalist;
Genere:
Extreme Progressive Metal
Durata:
1h 7' 14"
Formato:
CD
Recensione
Secondo lavoro per i Chronos Zero band proveniente da Cesena che mette in azione un intenso quanto coinvolgente Extreme Metal Progressive con contesti anche power non poco ricco di inventiva e di innovazione. I brani del platter, quattordici in tutto di cui uno suddiviso in tre capitoli, riescono ben a colpire l’ascoltatore anche più esigente grazie alle melodie che, seppur realizzate prevalentemente su base progressive, rilevano al proprio interno non pochi momenti pregni di aggressività ma anche di sintonia e armonia. La band si serve infatti di una doppia interpretazione canora che in alcuni casi diviene addirittura tripla: infatti, oltre al caratteristico scream semi growl del cantante principale, si rimane incantati dal corale femminile e dall’altrettanta performance vocale in clean maschile. Quanto alle ritmiche sono tutte estremamente compatte, i riff sono intensi e maestosi e le andature brillanti sia in accelerazione che nei momenti più moderati; anche i lead solo sia delle chitarre che del synth risultano estremamente coinvolgenti; il sound sostanzialmente è moderno e va ascoltato per comprenderne appieno ogni singolo passaggio, non potendo il lettore basarsi ovviamente sulle sole considerazioni di natura soggettiva. Non mancano ovviamente all’interno del platter momenti di distacco dall’apparato progressive maggiormente dedicati a contesti musicali strumentali tra synth e chitarre acustiche. Tra la carrellata dei brani proposti vale la pena citare l’opener “Shattered” che dopo un brevissimo intro esplode nella sua magnificenza con un progressive estremamente compatto ricco di varianti su riff rocciosi e andature variabili; “Ruin of Memory Fear” un brano prettamente misto tra progressive e power dove la parte vocale clean spesso ci ricorda quella di John West degli Artension, voce questa che si alterna con l’altro vocalist in modalità scream oltre che con la parte femminile; le ritmiche e le andature, come sopra detto, sono particolarmente intense, l’ascoltatore viene messo nella condizione di trovarsi continuamente di fronte ad una situazione inaspettata; fantastici i lead solo proposti. Anche la trilogia del brano “Oblivion” appare sensazionale nella sua realizzazione alternanza tra momenti tecnicamente progressive e altrettanti contesti più moderati ambient. Momenti quasi di magia si hanno con il brano “From Chaos to Chaos” brano strumentale dove si assiste all’alternanza tra un progressive che complessivamente ricorda, come anche per i brani precedenti non menzionati, un po’ i Meshuggah e le armonie magiche del synth. Conclude il platter “Fracture” altro brano sempre musicalmente accattivante per la ritmica. Il disco è senz’altro un ottimo prodotto, ritmiche mai eguali, così come anche i motivi musicali proposti all’interno di ogni singolo brano; la band artisticamente è ben preparata e ce lo dimostra pienamente con questo incredibile lavoro.
Track by Track
- The Compression of Time 85
- Fracture 80
- Shattered 80
- On the Tears Path 85
- Who are you 85
- Who I Am 85
- Ruins Of the Memories of Fear 85
- Phalanx of Madness 85
- Oblivion Pt. 01 The Underworld 85
- Oblivion Pt.02 The Trial of Maat 85
- Oblivion Pt. 03 The Harp 80
- The Fall of the Balance 80
- Near of Nightmare 85
- From Chaos to Chaos 90
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 80
- Qualità Artwork: 85
- Originalità: 85
- Tecnica: 85
Giudizio Finale
84Recensione di Wolverine pubblicata il 13.01.2016. Articolo letto 1700 volte.
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