Concrete Jelly «Amless in Wonderland» [2018]
Concrete Jelly
Titolo:
Amless in Wonderland
Nazione:
Italia
Formazione:
Francesco Braida :: Guitar, Voice
Sebastiano Belli :: Drums
Matteo Monai :: Bass, Voice
Sebastiàn Gerlini :: Guitar
Genere:
Rock / Hard Rock / Prog / Stoner Rock
Durata:
43' 27"
Formato:
CD
2018
Etichetta:
Autoproduzione
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Il terzo album dei Concrete Jelly, una band Rock da Trieste, che si chiama “Amless in wonderland” e racchiude circa 9 canzoni per 43 minuti e mezzo, è il tipico caso di album tutto sommato buono e che può soddisfare qualche palato del rock, ma che per motivi di scolasticità musicale è e resta un prodotto di nicchia.
È infatti evidente che in questi AIW i nostri ragazzi centrano praticamente sempre il mood strumentale delle composizioni, proponendo dei passaggi rock che spesse volte flirtano con il blues rock anni 70 dei Zeppelin, e che molto più raramente cerca anche vibes mutuate dai primi Aerosmith o dai Pink Floyd. Certo, non è qualcosa di originale e questo si sente per tutto l’album, ma comunque ciò non toglie che il risultato c’è e si può apprezzare in un po’ tutto l’album, specialmente nella più a fuoco di tutte “Good old chaz” o nella un po’ più stoner e con chitarra solista “The Dealer”. Ne consegue dunque un album che ha la forma in generale per poter impressionare gli amanti del rock, ma che purtroppo fa fatica ad andare oltre, per tutta una serie di minore di attenzione ai particolari. Anzitutto, la voce. Il cantato non è male per tutto l’album, ma si sente che manca di sostanziale personalità, di una certa attitudine e che il risultato è innocuo e non particolarmente d’impatto, specialmente in brani come “Black Curtains”, senza contare che per uno strano scherzo del destino, quando il cantato ha un certo tiro, come in “Head out”, manca la personalità musicale del brano, che suona molto già sentito proprio per questo. Abbastanza prolissa, infine, la conclusiva “Elicse Atarme Pt. 3” (non mi chiedete cosa vuol dire), un brano da 9 minuti che sinceramente poteva benissimo non durare così tanto, e che mi sa un po’ di filler e di pretenzioso.
In conclusione: come detto, “Amless in Wonderland” non è male, ma non è neanche una bomba. È un disco che va preso per quello che è: un sincero tributo agli amanti del rock anni 70, e a tale fascia di pubblico l’acquisto di quest’album è consigliato.
Track by Track
- Rock town 70
- The memory hurts 70
- Good ol' Chaz 75
- The Dealer 70
- The Drug 70
- Black Curtains 70
- Head Out 65
- Monsters 70
- Elicse Atarme Pt. 3 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 70
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
70Recensione di Snarl pubblicata il 22.07.2018. Articolo letto 1195 volte.
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