Cry Excess «The Deceit» [2013]
Recensione
Robe da non crederci per questi torinesi Cry Excess: si formano nel 2011, fanno un album tramite la This is core records, e già vanno in tour con Papa roach, Korn, Walls of jericho, Funeral for a friend, X-ufo e Tarja Turunen... Ed è strano, perché “The deceit” è un album metalcore tutto sommato canonico, con le 9 tracce più intro spalmate su 36 minuti a formare un album sicuramente godibile, ma certo non lo definirei rivoluzionario.
Il fatto è questo: l’album è musicalmente compatto, molto ben registrato, ben suonato e con un tasso tecnico rimarcabile sia per quanto riguarda gli strumenti musicali che per quanto riguarda il cantato pulito, che affiora immancabilmente nei ritornelli e nelle parti immediatamente successive, un po’ lunghette per la verità. Il che non è una sorpresa, visto che il genere proposto è un po’ più popolare del metal, ma i CE suonano senza un briciolo di personalità. Non riesco a sentire aperture musicali proprie dei Cry Excess, sembra quasi che la musica in questo disco più che una creazione umana sia una roba da scandire e analizzare, correggendone le imperfezioni affinché il disco suoni bene, ma completamente asettico e senza la minima personalità dal punto di vista emozionale.
Davvero, ci saranno anche canzoni come “The worst of intentions”, con un ritornello catchy e godibile, ma il resto delle canzoni propone una formula simile compositiva che non lascia sinceramente molto spazio all’immaginazione, con brani come “Lions vs hyenas” a suonare assolutamente nella media insieme a “What lies beneath your feet”, e che neanche quando prova a variare, come la ballad “We are all broken, baby” o nella riflessiva “Autumn ain't gonna last forever”, lascia il segno più di tanto. Solo la settima canzone mi comunica ancora qualcosa per una completezza d’insieme apprezzabile, ma il resto mi lascia quantomeno freddo.
Insomma: il cd dei Cry Excess, che non so di preciso se sia il debutto, a me pare molto nella media, il che non è dire molto visto che il metalcore è un genere notoriamente non molto personale tra band e band, ma probabilmente visti i punti di riferimento che la band stessa propone nel suo flyer (Avenged Sevenfold, Papa Roach, Deathstars, Dope), a me pare decisamente che il pubblico di questa band sia molto più quello alternative che quello metal. Per questo motivo “The Deceit” è un cd che sconsiglierei ai metalheads, tranne a quelli che lo amano condito con massicce dosi di “core” al suo interno. In altre parole, se volete schitarrate thrash, speed o urla groove metal, allone dimezzate il voto che vedete scritto in basso, mentre se per voi gli Avenged Sevenfold sono sufficientemente adeguati al vostro standard di ascolti, allora dategli un ascolto: potrebbero fare al caso vostro.
Track by Track
- Welcome to this hell hole 60
- The middle children of history 60
- Lions vs hyenas 60
- The worst of intentions 75
- Call me when your words will become facts 70
- Autumn ain't gonna last forever 65
- Turn your brain on before opening your mouth 70
- Bloodbath 65
- What lies beneath your feet 60
- We are all broken, baby 55
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 50
- Tecnica: 65
Giudizio Finale
64Recensione di Snarl pubblicata il 01.07.2014. Articolo letto 1531 volte.
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