De Profundis «The Emptiness Within» [2012]
De Profundis
Titolo:
The Emptiness Within
Nazione:
Inghilterra
Formazione:
Craig Land - Vocals
Roman Subbotin - Guitars
Shoi Sen - Guitars
Arran Mcsporran - Fretless Bass
Nick Tingle - Drums
Genere:
Durata:
55' 23"
Formato:
CD
2012
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Finalmente a maggio uscirà il terzo lavoro della "extreme metal band" londinese De Profundis. Nonostante il gruppo abbia diviso il palco con band del calibro di Iron Maiden, Opeth, Rotting Christ, Ragnarock, Noctem, Officium Triste (e tanti altri), in svariati tour e festival asiatici, europei ed americani pare siano poco conosciuti... eppure i consensi di chi li conosce sono tutti a loro a favore! Sin dagli esordi hanno curato la loro immagine affidando gli artwork sempre a degli artisti, fino ad arrivare a Costin Chioreanu (Ulver, Darkthrone, Absu). Sempre attenti anche al mixaggio, infatti per gli ultimi due lavori sono stati rispettivamente al Turan Audio(Dimmu Borgir, Opeth, Emperor) e allo Studio Davout di Parigi (Ozzy Osburne, Ac/Dc). Il loro stile musicale si aggira fra contaminazioni black, death, doom, progressive e jazz, date dai diversi background dei componenti, che tra l'altro sono pure di diversa nazionalità. In questo "The Emptiness Within", il suono ha perso un po' quei toni cupi che ritroviamo nei precedenti lavori ("Beyond Redemption" del 2009 e "A Bleack Refection" del 2010), lasciando il posto alla componente progressive che sin dagli esordi li ha contraddistinti (persino l'artwork si distacca dalla continuità dei primi due). L'album si apre con un intro che ci introduce subito alla "visione musicale" di negatività e sconforto a cui si ispira il gruppo, ma poi le atmosfere cambiano nettamente (al contrario dei lavori passati). Il growl pesante, sapientemente mescolato allo screaming e a volte intervallato dalla voce pulita (quasi un "parlato"), dà un imprinting più death alle canzoni anche se da subito le forti connotazioni progressive si fanno sentire. I pezzi sono discretamente lunghi (anche troppo forse) o comunque sia a tratti troppo ripetitivi,avendo spesso il ritornello e cambi (in perfetto stile progressive) ma senza troppo dinamismo. Il livello tecnico è alto ma mancano le giuste sfuriate per trasmettere tutta la negatività di cui parlano i loro testi. E' possibile che da live non si abbia questa impressione, avendo comunque sia un impatto sonoro non da poco e un punto di forza da non sottovalutare: il bassista ci regala dei virtuosismi davvero invidiabili! L'album è continuo, i pezzi sono ben legati fra di loro,senza distaccarsi troppo l'uno dall'altro. Il cd si chiude in bellezza con il penultimo pezzo tutto strumentale di quasi sei minuti, lasciandoci però con la sensazione di troppo "controllo musicale" da parte del gruppo. In conclusione, l'album è promosso con la speranza per questa band di maturare e consolidarsi sempre più.Nel complesso il lavoro è più che buono ma di certo non è un ascolto per tutti.
Track by Track
- From the Depths 65
- Delirium 75
- Silent Gods 65
- This Wretched Plague 70
- Twisted Landscapes 70
- Release 65
- Dead Inside 70
- Parallel Existence 65
- Unbroken (A Morbid Embrace) 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 80
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 70
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
70Recensione di Absentia pubblicata il --. Articolo letto 1423 volte.
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