Defying Plague «Leviathan Of Rot» [2022]

Defying Plague «Leviathan Of Rot» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Varoots 72 »

 

Recensione Pubblicata il:
25.02.2023

 

Visualizzazioni:
575

 

Band:
Defying Plague
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Titolo:
Leviathan Of Rot

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Filippo Collaro - voce
Jean Edifizi - chitarre
Francesco Marenghi - basso
Elena Ferla - batteria

 

Genere:
Death Metal

 

Durata:
39' 54"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
29.11.2022

 

Etichetta:
Ad Noctem Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Cerberus Booking
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Recensione

I Defying Plague sono una nuova band lombardo-piemontese formatasi nel 2021, costituita da un quartetto, ossia Filippo Collaro alla voce, alle pelli troviamo una gentil donzella (gentile non quando suona ! - Ndr) Elena Ferla, Francesco Marenghi al basso e Jean Edifizi alle chitarre.
Il 29 novembre scorso è uscito "Leviathan of Rot", full-lenght di debutto, composto da 10 tracce di puro death metal, che attinge sia dalla vecchia scuola, sia da band più contemporanee, tipo BLOODBATH, quelli di Bleeding Death per intenderci.
La Song opener di una nuovo lavoro discografico è sempre importante, è la prima impressione di un disco, e Moldering Ecosystem ha questo onere e devo dire non delude le aspettative, i ritmi sono abbastanza veloci ma soprattutto chirurgici, la batteria è molto precisa a settare i tempi, i riff d'impatto dimostrano una buona scorrevolezza, il sound è comunque anche molto legato al thrash ottantiano sin da questa prima traccia e lo si evince, secondo il mio orecchio, dalla distorsione che solitamente nel death appare più sporca, evidentemente una scelta stilistica della band.
In altre tracce come Burning Star o Defy the Plague si sente più l'influenza dei Morbid Angel di Covenant con incedere più lento e suoni stoppati e sincopati, sapientemente guidati dalla sezione ritmica.
Il growl di Filippo Collaro in alcuni brani mi convince più che in altri, come ad esempio in Mordering Ecosystem, la track che preferisco; infatti a volte sembra mancare di spinta, come in Anthropocynical, invece in Leviathan e Sentence in Exile da il meglio di se.
Il disco posso affermare che cresce con gli ascolti, ho dovuto ascoltarlo parecchie volte perché cominciava ad arrivare piano piano il gusto, è come un cibo piccante che all'inizio sembra nulla poi quando arriva ti stupisce.
Quindi "Leviathan of Rot" è un buon debutto, gli manca solo quella spinta in più, forse un po' di ruffianagine nei riff che sono poco immediati.
Per concludere un elogio lo spendo volentieri per il moniker che mi piace parecchio, come anche la cover che è in linea col genere ed è creata da un bravo tatuatore Fabio Filippone.

Track by Track
  1. Moldering Ecosystem 80
  2. Tainted 70
  3. New World Orgy 60
  4. Defy The Plague 80
  5. Death Lord 70
  6. Feed The Dark 65
  7. Burning Star 65
  8. Anthropocynical 60
  9. Leviathan Of Rot 70
  10. Sentence In Exile 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 90
  • Originalità: 60
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
72

 

Recensione di Varoots 72 pubblicata il 25.02.2023. Articolo letto 575 volte.

 

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