Delirio Occulto «As I Die» [2011]
Delirio Occulto
Titolo:
As I Die
Nazione:
Italia
Formazione:
Torbid - vocals
Magma - guitars
Wyrd - fretless bass
Nascinos - drums
Genere:
Durata:
46' 11"
Formato:
CD
2011
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
La band sicula dei Delirio Occulto è giunta alla sua seconda uscita in ambito discografico, avendo già all'attivo la prima demo omonima datata 2007. “As I Die” quindi è il primo vero full-lenght di una band che già ne ha viste un bel po', essendo nata dalle ceneri di un gruppo scioltosi nel 2000 (gli Opus In Flames) e vissuta per anni in mezzo a frequenti cambi di line-up; ergo possiamo dire che per ora la situazione sembra essersi finalmente stabilizzata.
Essendo i Delirio Occulto una realtà che fino a ieri mi era completamente sconosciuta, ho raccolto un po' di notizie qua e là ed ho ascoltato precedenti lavori ove possibile. Di notizie sulla scorsa release ne ho poche, ma mi sono bastate per inquadrare il loro operato. Il concetto di fondo è interessante; a quanto pare gli Opus In Flames suonavano black metal, mentre la proposta dei nostri appare una sorta di black metal/blackened thrash metal riesumato direttamente dagli anni '80, quando ancora il thrash si stava evolvendo tra death e black e stava creando quelle che sarebbero diventata grandissime scene mondiali. Il quartetto di Siracusa comunque mi è parso abbia avuto le idee chiare fin da subito e la proposta in generale è risultata un minimo godibile, anche se non eccessivamente originale come composizione in toto. Non mi aspettavo una qualità audio a mo' di “Dimmu Borgir” chiaramente e quindi non sono rimasto deluso dal suono molto underground, ma senza risultare patetico come tante band che credono il black si suoni solo ed esclusivamente nella cantina del nonno con la qualità audio di un registratore piazzato nel mezzo della stanza. I momenti buoni in “As I Die” non sono pochi comunque - benchè ci sia da lavorare moltissimo ancora e da rimettere a posto la resa dei riff troppo uguali e le atmosfere che arrivano ad essere prolisse e noiose senza possibilità di cambio – ad esempio la thrashy “Morbid Agony” e le buone “Tower Of Desolation” e “Black Sun Of Apathy”, tracce migliori del disco a mio avviso.
Come secondo capitolo non arriva al massimo della fecondità, ma i presupposti per creare qualcosa di migliore ci sono. Non resta che darsi da fare.
Track by Track
- Rusted 50
- Lifeless Forgotten 50
- Tower Of Desolation 60
- Morbid Agony 65
- As I Die 60
- Cold Rebirth 50
- Black Sun Of Apathy 65
- Memories 50
- Delirio Occulto 50
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 60
- Qualità Artwork: 50
- Originalità: 55
- Tecnica: 60
Giudizio Finale
56Recensione di carnival creation pubblicata il --. Articolo letto 1565 volte.
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