Disasterhate «Mirroring The Abyss» [2014]
Recensione
Disasterhate è un gruppo catanese per tre quarti femminile, e che propone questo “Mirroring the abyss” rilasciato dalla Club Inferno Entertainment.
Non è facile, tuttavia, capire questo combo catanese, perché MTA seppur presentato come Melodic Death/Thrash è in realtà molto standard in quanto a composizione. Per intenderci, la formula compositiva qui proposta è quella sentita da tante altre bands underground: riffs endemicamente poco fantasiosi, sezione ritmica che non va mai tanto veloce e che invece per la maggior parte dell’album indugia e tentenna su tempi medi o lenti, e la voce è urlata, ma non disdegna parti pulite. Già di per sé la formula “Strofa urlata – ritornello pulito e ruffiano” la trovo ormai desueta e fin troppo canonica, ma qui va anche aggiunto che le voci pulite sono presenti ma non emergono, e anzi potevano pure non starci che il risultato del brano non cambiava, e tutto questo senza contare una lunghezza eccessiva delle composizioni, che a volte arrivano anche a 7 minuti e finiscono per brancolare un po’ nel buio e a trascinarsi, piuttosto che a trascinare.
Insomma: detta così MTA sembra essere il tipico album non brutto ma cliché e fatto da gente poco esperta, che ha la sola colpa di fare una formula compositiva sommaria e molto generica, più che brutta. Ce ne sarebbe abbastanza per stroncare l’album, se non che gli ultimi due brani si rivelano per ciò che i Disasterhate sanno fare: “Day of zero” è tirata, più Death/thrash abbastanza old school come si deve, e che risulta il migliore proprio perché non si va a ficcare in astruse contaminazioni del sound che alla fine funzionano solo fino a un certo punto, e con un riffing più vivace. E se non bastasse, “The Isle of the dead” completa l’opera, con un brano doom con voce pulita e con un buon tiro. Sono questi i due brani dove i Disasterhate vanno naturali e risultano essere migliori, quindi non si capisce il perché del resto dei brani, dove evidentemente la band non ci sa fare oppure si è ficcata in un terreno dove è ben lungi dal trovare il bandolo della matassa. Per questo motivo i Disasterhate li salviamo dalla bocciatura, ma la band, alla quale diamo un’altra chance, ha molto da fare in quanto a personalità e definizione del proprio sound, visto che qui siamo nel tipico caso della “band che si cimenta in certe sonorità ma gliene escono naturali altre”, cioè gli ultimi due brani.
Track by Track
- Me=Android 65
- Desecrated Sick Reality 60
- Shining black mirror 60
- In A Rarefied Morning Sun 60
- Blank 55
- Toxic sleep 60
- The abyss 60
- Day of zero 70
- The Isle Of The Dead 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 60
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 55
- Tecnica: 65
Giudizio Finale
62Recensione di Snarl pubblicata il 28.11.2014. Articolo letto 1788 volte.
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