Dragonbreed «Necrohedron» [2022]
Recensione
Prendiamo un po’ di esoterismo arricchito con spunti ideologici lovecraftiani, aggiungiamo un bel contorno di potenti ed aggressive sonorità rubate agli At The Gates ed ai primi In Flames ed ecco venir fuori i Dragonbreed, band italo-tedesca partorita dalla mente dell’ex bassista dei Suidakra Christoph Zacharowski e guidata dalla voce di Stefan Fiori, già conosciuto nell’ambiente heavy metal per aver costruito la sua carriera dietro al microfono dei Graveworm, altro gruppo di spicco che ha riempito di orgoglio la scena metal italiana.
Fondati nel 2020, i Dragonbreed esordiscono solo nel 2022 con la pubblicazione del loro primo debutto ufficiale Necrohedron, disco sfornato dagli studi di registrazione il 22 aprile di quest’anno composto ed arrangiato per dare come risultato una miscela letale di mattanza, furia e follia che fanno tremare le membra dell’ascoltatore immediatamente dal primo accordo.
I riff di chitarra sono rasoiate assassine che fendono l’aria senza mostrare alcun briciolo di pietà e s’insinuano nelle vene dell’ascoltatore attraversando la pelle come minuscoli spilli da cucito introducendo una sensazione agghiacciante che scorre tramite disturbanti brividi lungo il proprio apparato circolatorio.
La batteria tiene il tempo con sfuriate di blast-beat cariche di ferocia esplosiva che ad ogni colpo ledono come sassate i timpani di chi ha l’occasione di sentire questo disco il quale, al termine dell’ascolto, si dovrà ritenere miracolato se riuscirà a ritrovarsi ancora in piedi.
Lo stile di canto di Stefan Fiori è un growl marcio, fangoso e minaccioso; molto vicino a quello di John Tardy degli Obituary, che erutta con prepotenza dalle sue fauci pressato da un odio e da una furia senza limiti asfaltando qualunque cosa senza compromessi come un carro armato che avanza inesorabilmente verso il campo di battaglia.
L’insieme di tutti gli elementi descritti danno come risultato un disco ben coeso, carico di veleno, odio e rancore; senza tuttavia farsi mancare inserti più melodici dove i Dragonbreed esprimono al meglio il loro talento compositivo: un disco ruvido per gli amanti del genere, ma anche un disco che sa aprirsi verso nuovi orizzonti e che riesce a stare al passo con i tempi in perfetto allineamento dove il metal contemporaneo si sta dirigendo. Signore e signori, una nuova band è approdata fra le scene della musica e si prepara a conquistarla con quella deflagrante energia che soltanto il vero ed autentico death metal tradizionale è in grado di liberare.
Track by Track
- The Undying 85
- Summoning The Arcane 80
- The World Beyond 75
- Sinister Omen 80
- Dawn Of Calamity 85
- Offerings From Yonder 75
- Curse Of The Forlorn 75
- A Reconstruction Of Aeons Obscure 80
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 70
- Tecnica: 80
Giudizio Finale
78Recensione di Sabba Maledetto pubblicata il 27.11.2022. Articolo letto 589 volte.
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