Dramanduhr «Tramohr» [2022]
Recensione
Tra le numerose e già note band sicule sia black che thrash metal, debutta come progetto one man band Dramanduhr autrice di questo “Tramohr”, un disco dal non semplice approccio tenuto conto che l’autore propone un genere che abbraccia da un lato l’infinita cultura della propria terra ben proiettata sul contenuto del testi del disco e, dell’altro, un folk black metal sperimentale, pregno di varianti e di matrici sonore dai contenuti quasi inediti. Le liturgie sonore e canore dell’autore fanno da tappeto alle tracce che superano abbondantemente la mezz’ora di ascolto, forgiando contesti che probabilmente paiono piuttosto simili tra loro. Durante l’ascolto delle dieci tracce proposte, l’ascoltatore si imbatte facilmente in apparati melodici psichedelici e orientali coadiuvati da elettronica e da un coeso clean spesso interposto tra narrazione e corale, ed appoggiato da un mid tempo inebriato da qualche accelerazione resa in un sound distorto, semplice e di poche pretese. Alla luce delle considerazioni di cui sopra, questo disco è l’esempio di come il metal possa in sé convogliare inaspettate situazioni e annessi generi; l’ispirazione di cui l’autore si fregia, nasce in sostanza dall’ammirazione e da ciò che lo ha colpito nel mentre si trovava dinanzi ad uno degli splendidi templi o dinanzi ad un vulcano in eruzione immedesimando sé stesso in un remoto passato in cui sacerdoti e adepti delle divinità compivano riti in favore degli dei. Il disco si rileva come un’opera d’arte linguistica e sonora, interpretata e plasmata dal proprio autore di fronte allo stimolo di numerose sensazioni e sentimenti contrastanti che, come ben sappiamo, può ingenerare di fronte ad una platea più o meno scettica le più diverse sensazioni e valutazioni; è un lungo viaggio dove nel complesso, una maggiore rielaborazione e un po’ di adrenalina in più non avrebbero guastato, tanto da limitarci a premia più l’originalità che la qualità oltre naturalmente al pregio di averci dimostrato l’ennesima prova della sconfinatezza del metal.
Track by Track
- Dramanduhr 70
- Ixaltirud 60
- Ixtratarrastràh 65
- Tàhn Stun Karràh 65
- Anassihn Tharek 65
- Tàh Loh Rehn Kilt 70
- Tèhr Ick Tarramàh 65
- Rahm Deh Rahm 70
- Retrizaxerat 65
- Tramohr 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 65
- Originalità: 75
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
67Recensione di Wolverine pubblicata il 11.03.2023. Articolo letto 534 volte.
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