Duirvir «Idho» [2014]
Duirvir
Titolo:
Idho
Nazione:
Italia
Formazione:
Iskhathron :: Guitar, Vocals Ithydvea :: Guitar
Galar :: Bass
Rashgroth :: Drums
Genere:
Atmospheric Extreme Metal
Durata:
28' 54"
Formato:
EP
2014
Etichetta:
Autoproduzione
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Tutto sommato, nonostante averci provato e riprovato, i Duirvir da Pordenone non sono niente di che in questo loro secondo EP chiamato “Idho” e che condensa 5 tracce per 29 minuti di musica. I Duirvir stessi si definiscono “Atmospheric Extreme metal”, ma l’ascolto di quest’album a me non ha comunicato nessuna delle due definizioni.
Partiamo dall’”Atmospheric”: dando per buono che un genere con quel nome esista, siamo in verità ben lontani dalla riproposizione sonora ai livelli di Negura Bunget, Alcest e compagnia, e il fattore primario di questa mancanza di comunicatività è data dalla qualità sonora, assolutamente troppo secca e asciutta, con la batteria in primo piano e troppo elaborata nei passaggi nonostante molto spesso vada piano, e delle chitarre che invece di proporre dei suoni magari riverberati, viene molto enfatizzata sulle note basse ed anche di volume non risalta. Insomma: il cd da queste parole che ho usato potrebbe sembrare death, e infatti è così. “Idho” è un album che per tutto il tempo cerca di fare black metal lento e atmosferico, ma in realtà sembra che la band sia portata spontaneamente a suonare un death metal lento e poco articolato, impressione confermata dal largo utilizzo del growl presente e da una predilezione per la pesantezza del sound. E questa diversificazione sonora porta quindi all’altro problema: questo EP è un ibrido poco funzionante tra un black metal lento e forzatamente che cerca di essere atmosferico, e parti death lente scariche di pathos e né sufficientemente pesanti né veloci. A dir la verità qualche accelerazione c’è, alla fine di “Ethereal distance”, ma dopo 29 minuti di metal lento finisce solo per risultare fuori contesto, e non mancano altre ingenuità compositive, come l’imbarazzante riff solista a 4 minuti di “Winter Solstice” che riesce a distruggere quanto fatto in precedenza, e il break down tipo deathcore successivo, o come l’orribile e troppo ripetuto finale di “On the mounds of the past”.
Insomma: questo dei Duirvire è un EP non riuscito in quanto l’obiettivo è proprio fallito. Non è inascoltabile, ma tremendamente standard e generico. Due riff melodici non bastano a definire la proposta musicale come “atmosferica”, il sound non è vivace, non è comunicativo, suona come un ibrido un po’ approssimato e soprattutto la band suona ben poco spontanea e molto da sviluppare il quanto a songwriting. Mi spiace, ma per me così non va.
Track by Track
- The life’s birth 55
- Winter Solstice 55
- In death in faith in blood 55
- On the mounds of the past 50
- Ethereal distance 50
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 55
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 50
- Tecnica: 60
Giudizio Finale
55Recensione di Snarl pubblicata il 11.11.2014. Articolo letto 1651 volte.
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