Earthcry «Where the Road Leads» [2012]
Earthcry
Titolo:
Where the Road Leads
Nazione:
Italia
Formazione:
Enrico Sidoti - Drums
Bruno di Giorgi - Guitars
Tommi Delfino - Keyboards
Leone Villani Conti (Trick or Treat) – Bass
singers:
Oliver Hartmann
Mark Basile (DGM)
Zak Stevens (Circle II Circle)
Marco Sandron (Eden's Curse)
Damian Wilson (Threshold, Headspace, DWB)
Roberto Tiranti (Labyrinth)
Guest guitars:
Diego Reali (Evidence)
Simone Mularoni (DGM)
Genere:
Prog Opera Metal
Durata:
58' 53"
Formato:
CD
Recensione
Raramente capita di trovare un disco d'esordio che colpisce al primo ascolto e ti fa venir voglia di pigiare il tasto replay-all.
"Where the Road Leads", la Sci-Fi Power Prog-Opera partorita dalla mente ventiseienne del batterista genovese Enrico Sidoti vede la partecipazione di nomi già importanti della scena metal internazionale e nomi che presto lo diventeranno: le voci di Oliver Hartmann (Avantasia, At Vance), Roberto Tiranti (Labyrinth), Mark Basile (DGM), Zak Stevens (Circle II Circle, Savatage, Trans-Siberian orchestra), Marco Sandron (Eden’s Curse, Pathosray), Damian Wilson (Threshold, Headspace, Star One), il basso di Leone Villani Conti (Trick Or Treat), le tastiere di Tommaso Delfino e le chitarre di Diego Reali (Evidence), Simone Mularoni (DGM) e Bruno Di Giorgi si amalgamano armoniosamente per creare atmosfere ricercate, arricchite di ritmiche che calamitano l'attenzione e vertiginose linee vocali che i vari singer padroneggiano con naturalezza.
Un album che spazia tra i generi, per essere precisi, dalle più power-oriented “New Fading Sun” (gran bella prova della coppia Tiranti-Basile), “Inside” (il pezzo di chiusura che ripercorre con un inizio power e un crescendo progressive le sonorità del concept, cori che ricordano gli Angra di Holy Land -non solo per la localizzazione equatoriale della storia) e “Into the Asylum” (che ci lascia un leggero retrogusto di Symphony X), al progressive di “Landscapes” (una vera perla) e “Hospitality” in cui giocano un ruolo più importante le tastiere e che si chiude con un inciso sinfonico, ripreso dal pianoforte della toccante ballad “Strangers” (coppia Wilson-Stevens da brividi).
Un'altra gemma di “Where The Road Leads” è, a mio avviso, “Uncharted”: rabbiosa, tecnica ed energica ma allo stesso tempo melodica e coinvolgente; la strumentale “The Temple”, il penultimo brano e forse concettualmente il più importante poiché ci lascia immaginare l'ardito seppur perplesso ingresso nel tempio della giungla dei due naufraghi, protagonisti, insieme ai vari personaggi trovati lungo il cammino, dell'intero concept: cinque minuti e mezzo di intrecci magistrali di chitarre e giochi di ritmiche da cui si evince la bravura dei musicisti, la raffinatezza e l'originalità della composizione.
Amanti del genere, sarà molto difficile assistere ad un live degli Earthcry per via della moltitudine di artisti coinvolti quindi, in attesa del secondo capitolo, vi consiglio di non perdere assolutamente quest'album!
Track by Track
- Sailing On 75
- New Fading Sun 85
- Hospitality 85
- Recall 85
- Into The Asylum 80
- Landscapes 85
- Stranger 85
- Uncharted 90
- The Temple 85
- Inside 85
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 85
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 85
- Tecnica: 90
Giudizio Finale
83Recensione di Elbereth pubblicata il 27.01.2013. Articolo letto 1955 volte.
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