Eclectika «Lore of Ephemeral Beauty» [2013]

Eclectika «Lore Of Ephemeral Beauty» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
01.10.2013

 

Visualizzazioni:
1338

 

Band:
Eclectika
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Titolo:
Lore of Ephemeral Beauty

 

Nazione:
Francia

 

Formazione:
Sébastien Regnier :: All instruments, Vocals
Noémie Sirandre :: Vocals
Aurélien Pers :: Vocals

 

Genere:
Experimental / Post-Black Metal

 

Durata:
58' 50"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
08.11.2012

 

Etichetta:
Asylum Ruins Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

I francesi Eclectika arrivano tramite questo “lure of ephemeral beauty” al loro terzo album, uscito per la Asylum Ruins Records, che propone 8 tracce più intro e intermezzo di una musica che loro definiscono come “metal” semplicemente, e che all’atto pratico consiste in una musica che a livello di tastiere è molto profonda e favorisce le atmosfere spaziali, che usa una voce screaming e una predominante voce lirica femminile, mentre la batteria non va mai veloce (e non basta l’unico blastbeat che dura pochi secondi in “Cyclic anagnorisis” a classificarli come estremi), e anzi spesso il riffing e la batteria sono spogli e basati sui mid tempos.
In poche parole, il problema di quest’album è che non si riesce a capire che genere musicale è, e cosa avevano in mente gli Eclectika. A giudicare dalla loro pagina facebook, loro dicono di fare “metal”, la pagina di metal archives dice che fanno experimental post black metal, ma l’ascolto dell’album ci fa sentire una band che piuttosto suona Gothic Metal (genere che comunque adoro), i cui punti di riferimento da me trovati sono certi Nightwish, The Kovenant e The Gathering di “Mandylion”. E non solo: aggiungete un intermezzo (“Trauma 835”) molto spettrale e industrial, tipico degli ultimi Limbonic Art, ma anche una conclusiva “Aokigahara” che è un brano che dura 10 minuti e che a me sembra un (abbastanza buono, peraltro) episodio di progressive rock strumentale. Confusi? Anche io.
Il problema di questo disco è complesso, e risiede nella personalità musicale: come primo approccio sembra il tipico disco spacciato per Post Black Metal, ma che in realtà suona (come spesso succede) troppo omogeneo, quasi per niente Black Metal, non è aggressivo e non è sufficientemente dinamico. Ma anche così, la situazione non è chiara. A volte la band sembra essere incline al prog rock strumentale (“Aokigahara”), altre volte la band sembra metterci elementi Black Metal (il blast beat di cui sopra e altri rari momenti), altre volte addirittura la band non sembra neanche metal, vista la propensione a suonare con poco gain alle chitarre (“Sweet Melancholia” e “Handicapped sex...”), ma il mood imperante è quello di un Gothic Metal poco incisivo, troppo poco catchy, e comunque anche così le composizioni rendono poco, perché sono troppo simili nel mood, non hanno ritornelli o almeno non sono vistosi (motivo in più per pensare che questo disco sia stato concepito non come Gothic ma come solita mescolanza improbabile di generi diversi che troppo spesso affligge i gruppi Post Black), non c’è il singolo, non c’è varietà e fantasia ritmica o di atmosfere, non c’è climax (“Handicapped...” sfuma insieme alla cantante che ancora sta cantando senza che ci sia un perché e il brano sembra non finito), e in generale le composizioni non hanno tiro.
Insomma: il nuovo disco degli Eclectika è incomprensibile. Sembra che siano forzati a suonare un genere estremo quando invece gliene escono meglio altri (il prog rock, per la precisione), e in generale tutti i generi citati in questa recensione sono stilizzati incredibilmente, tanto è vero che mi chiedo se senza voce femminile i pezzi avrebbero comunque avuto un’impronta Gothic Metal. Il giudizio finale rispecchia una band che ha provato a fare qualcosa di originale, ma l’approssimazione, la mancanza di una linea precisa di orientamento dei brani e la musica troppo monocorde rendono il disco dotato di uno stile assolutamente poco intellegibile e che onestamente non so proprio a quale pubblico consigliare. Provate ad ascoltarlo, se volete, ma io passo mano nettamente.

Track by Track
  1. Through the supernova remnant 60
  2. Lure of Ephemeral Beauty 55
  3. Cyclic Anagnorisis 50
  4. Room nineteen 50
  5. Sophist's Death - Legacy and Bitter Tears 50
  6. Trauma 835 60
  7. Sweet melancholia 60
  8. Les sept vertus capitales 50
  9. Handicapped Sex in a Mental Orgy 45
  10. Aokigahara 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 55
  • Qualità Artwork: 55
  • Originalità: 40
  • Tecnica: 60
Giudizio Finale
54

 

Recensione di Snarl pubblicata il 01.10.2013. Articolo letto 1338 volte.

 

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