Ektomorf «Aggressor» [2015]

Ektomorf «Aggressor» | MetalWave.it Recensioni

Autore:
Wolverine »

Recensione Pubblicata il:
09.01.2016

Band:
Ektomorf

Titolo:
Aggressor

Nazione:
Ungheria

Formazione:
- Zoltán Farkas :: vocals, guitars;
- Szabi Murvai :: bass;
- Tomi Schrottner :: guitars;
- Robert Jaksa :: drums;

Genere:
Neo Thrash/Groove Metal

Durata:
45' 56"

Formato:
CD

Data di Uscita:
23.10.2015

Etichetta:
AFM Records

Distribuzione:
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Agenzia di Promozione:
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Recensione

Dall’entroterra ungherese gli Ektomorf dopo quasi vent’anni di attività danno alla luce il loro dodicesimo lavoro intitolato “Aggressor”, un quattordici tracce concentrato prevalentemente su sonorità thrash nu metal dal tenore aggressivo e ben definito a cui la band ci ha abituato nel corso degli anni. Rispetto alla formazione originale cambiata nel corso del tempo al 90%, rimane costante la presenza del cantante il cui tratto canoro apporta un contributo essenziale con la propria innata aggressività in modalità scream dai toni del tutto indifferenti. I brani complessivamente si alternano l’uno con l’atro in maniera abbastanza dinamica anche se alcuni di essi rimangono un po’ fiacchi dal punto di vista creativo apparendo ripetitivi sia nell’interposizione di groove che dei refrain delle chitarre. Tra i brani, considerando l’ ”Intro” che apre con una sorta di ambientazione riconducibile ad un contesto da film Horror, il platter propone “I” uno dei brani più accattivanti del platter con riff taglienti e ritmica degna di un sano Tharsh Metal dall’effetto appagante; segue “Aggressor” altro brano spaccatimpani aggressivo e possente nei contenuti ritmici;”Holocaust” che apre con l’intro parlato preso probabilmente da un scena movie che appare molto più lento nell’andatura pur mantenendo ben costante la potenza del proprio sound; da ricordare anche “Evil By Nature” brano che vede la partecipazione guest di George Corpsegrind Fisher cantante dei Cannibal Corpse che probabilmente sarebbe stato più efficace in altro brano considerando che in questo la ritmica e i refrain di chitarra appaiono troppo ripetitivi al punto da annoiare; “Eastside” brano con apertura in acustico ma dai successivi toni muscolosi capace di coinvolgere al punto giusto; “Damned Nation” è un altro brano che nonostante la buona intensità scream si rivela un po’ ripetitiva rispetto ad altri brani precedentemente ascolti al punto da divenire quasi un po’ monotona; chiude il platter “Memento”, brano totalmente strumentale in acustico supportato da un sottofondo di violino apprezzabile nei contenuti. Il disco, pur apparendo estremamente aggressivo in realtà rimane un po’ a sé soprattutto in considerazione del fatto che alcuni dei brani proposti appaiono essere un po’ ripetitivi nell’inventiva ritmica dei contenuti al punto da non lasciare particolari differenze di apprezzamento tra un brano e l’altro salvo qualche eccezione.