Elevators to the Grateful Sky «Nude» [2019]
Elevators to the Grateful Sky
Titolo:
Nude
Nazione:
Italia
Formazione:
Sandro di Girolamo :: vocals, percussions
Giorgio Trombino :: guitars, bass, alto saxophone, congas, keyboards, alternate lead vocals
Giuseppe Ferrara :: rhythm guitars
Giulio Scavuzzo :: drums, darbouka, tambourine, percussion, alternate lead vocals
Genere:
Heavy Psych / Stoner Rock
Durata:
40' 11"
Formato:
CD
Recensione
Terzo album per i Palermitani Elevators to the Grateful sky, una band che non conoscevo, e che con questo album sembra muoversi verso dei territori sonori un po’ più duri e tipicamente rock, mentre in passato pare suonasse qualcosa più stoner e orientato agli anni 60. Va detto che il cambiamento non si sente tantissimo, nel senso che la band suona sicuramente desertica, ma non così tanto stoner, che è limitato a certi frangenti, e si preoccupa più di suonare un rock polveroso e abbastanza grunge in stile anni 90, molto a metà tra Alice in Chains e Soundgarden.
Abbiamo dunque citato un po’ di generi e di stili, ma “Nude” è così. È fatto da 40 minuti di musica piacevolmente polimorfa e differenziata tra brano e brano, che se la cava sia quando suona quel rock ombroso e desertico nonché non troppo distorto che tanto andava 20 anni fa, passando per la bella “Beggars...”, molto alternative rock e con una velatura di stoner, passando per il più tipico stoner della title track e finendo tra le più dure e potenti “Insects in amber” e “Drowned daggers”, per un risultato appagante e avvolgente, ben dettagliato e che non esagera con la pesantezza del sound, che invece rimane ben agile. A tutto questo va anche aggiunto, come parziale difetto dell’album, che malgrado tutto questo la band non suona mai secondo me personale, e finisce sempre per ricordare qualche band o qualcun’altra, come i due gruppi suddetti, o qualche volta Fu Manchu e Monster Magnet, e addirittura forse qualcosa dei Beatles in “Song for July”. Non si tratta di un difetto grave, ma mina un po’ la personalità dell’album, nonché il sorriso che ti rimane a fine ascolto dell’album.
In conclusione, “Nude” è comunque un bel lavoro, che propone questo rock anni 90 riaggiornandolo un po’ e facendolo combaciare con lo stoner, ma senza che tutto risulti troppo astruso o affossato in una marea di fuzz e big muffs. Se vi manca quel sound di quella decade, il terzo album di questi palermitani dovrebbe fare al caso vostro.
Track by Track
- Addaura 75
- Beggars can't be choosers 75
- Like a seashell 70
- Nude 75
- Insects in amber 75
- Night's out 70
- Flowerain 75
- Drowned daggers 80
- Song for july 70
- In your hands 75
- The trembling watermoon 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 65
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
73Recensione di Snarl pubblicata il 16.09.2019. Articolo letto 1207 volte.
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