Emergency Gate «The Nemesis Construct» [2010]

Emergency Gate «The Nemesis Construct» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Maglor »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1378

 

Band:
Emergency Gate
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Titolo:
The Nemesis Construct

 

Nazione:
Germania

 

Formazione:
Matthias Kupka: Vocals
Udo Simon: Guitars
Vladi Doose: Guitars
Mario Lochert: Bass
Dominik "capricorn Khaos" Scholz: Drums
Daniel Schmidle: Keyboards

 

Genere:

 

Durata:
46' 49"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2010

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

“The Nemesis Construct” è il quarto lavoro degli “Emergency Gate”, band tedesca dedita a un moderno metalcore, spruzzato di tastiere e che danno all’ormai noto alternarsi, strofa rabbiosa-ritornello melodico, diverse azzeccate atmosfere ora sci-fi, ora classicheggianti e solenni, che ne rinforzano e rendono più vario l’andamento.
I sei bavaresi seguono un percorso che è già patrimonio di molte band contemporanee: partiti da un death melodico di scuola svedese, ne limano l’aggressività e inseriscono parti melodiche dal sapore triste e decadente, ma con sempre chiara l’intenzione di essere catchy, orecchiabili e canticchiabili. In questo gli Emergency Gate sono certamente bravi: hanno padronanza tecnica, un singer con una voce estremamente duttile efficace sui diversi registri e costruiscono brani solidi che ben incastrano tutte le componenti, resi e registrati col giusto piglio moderno. Tutto al proprio posto per costruire un grande album dunque? Quasi…. I punti dolenti di questo “The Nemesis Construct” sono sostanzialmente due, strettamente correlati tra loro: eccessiva omogeneità dei brani e scarsa personalità.
I piacevoli brani che compongono questo disco hanno praticamente tutti la medesima struttura e atmosfera, da qui l’omogeneità, strutture e atmosfere usati già da molte band, molto prima degli Emergency Gate, da qui la scarsa personalità. I nostri hanno capacità, tecnica oltre che buon gusto per le melodie e gli arrangiamenti; il problema principale mi pare di poter dire sia che non osano, non osano mai, costringendosi sempre nelle stesse soluzioni e impedendosi così di trovare una propria via, di realizzare il brano che spicchi sugli altri o farne una varietà che si adatti a disparati mood.
Il risultato è una serie di brani sicuramente piacevoli, ma che sulla distanza rischiano di perdere interesse e soprattutto, al termine dell’ascolto, lasciano molto poco nella testa dell’ascoltatore. L’odore è un po’ quello dell’occasione perduta, del compito svolto con mestiere e perizia, tanto da portarsi a casa un’indiscussa sufficienza, ma senza quel guizzo da primi della classe che, come si sa, è esclusiva del genio innato, o di chi sgobba come un matto.

Track by Track
  1. Alternative Dead End 70
  2. Nothing to Lose 70
  3. Dark Side of the Sun 65
  4. Story of a Psychopath 65
  5. An End to the Age of Man 65
  6. Point Zero 70
  7. Excite! 70
  8. As My Bride Cries Blood 70
  9. This Time 65
  10. The Green Mile 65
  11. Diary of Nightmares... 70
  12. InVain 70
  13. World Escape 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 60
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
68

 

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