Evilgroove «Cosmosis» [2017]
Recensione
Gli Evigroove, band formatasi quasi un ventennio fa ed inizialmente attiva sotto altro nome, rilascia oggi il suo primo full lenght “Cosmosis”, la cui lavorazione è praticamente iniziata nel 2014, anno in cui è entrato in line up il batterista Christian Rovatti; il disco, sin da subito, dà quella sensazione di unificazione tra tutta una serie di generi musicali che hanno fatto epoca oltre un ventennio fa a cominciare dal grunge al metal alternative e all’immancabile heavy metal. Incredibile l’approccio che ha la band anche con gruppi non troppo datati appartenenti al nuovo millennio a cominciare dagli amatissimi BLS a cui la band rende particolarmente gli onori a cominciare dall’incredibile somiglianza del timbro vocale del cantante Fraz; inoltre, non è difficile assaporare i potentissimi groove con le annesse melodie capaci di riportarci in mente un’altra storica band come i Pantera; insomma numerose influenze di matrice prettamente americana che influenzano non poco lo stile degli Evilgroove. Riff potentissimi, su andature lente e inarrestabili come cyborg che non incontrano mai ostacoli e rendono praticamente a presa diretta ogni singolo brano. L’apertura del disco è affidata a “Turn your Head”, brano inizialmente contornato da una sorta di intro in continua crescita che parte di seguito con una ritmica dinamica e allo stesso tempo pregna al massimo di groove; stessa sensazione si ravvisa anche nel successivo “Lucusta”, la cui apertura è affidata ad un giro di basso dalle sembianze quasi orientaleggianti, su cui un riff detta legge sull’intera moderazione del brano; sorprendente il cantato similare quasi al 100% al gigante buono Zakk. L’ascolto prosegue con il successivo “Space Totem” che apre invece le danze con un riff decisamente dinamico capace di lasciare spazio ad una ritmica spumeggiante, ricca ancora una volta di groove e annesse melodie, al punto da renderci chiare le idee che questa band sa veramente sorprendere l’ascoltatore su ogni fronte; “I, The Wicked”, tipica americanata sonora dove potenza sonora e energia hard rock southern riescono a rendere speciale qualsiasi cosa; non male neanche “Kick the Can”, per la quale la band non si risparmia di fronte ad andature particolarmente fantasiose e melodiche nei contenuti; proseguono poi “Physalia” e “Voodoo Dawn”, altri due incredibili quanto fantasiosi brani che insistono a mettere in evidenza la propensione della band a divertire e coinvolgere nelle sue andature l’ascoltatore. Altra perla è “Soul River” dove rende decisamente al meglio l’espressività del cantato tra le oramai note andature hard rock southern. Una vera scarica di potenza si ha con “What i mean”, altro brano misto tra accelerazioni e moderazione fatto di robustezza e di coesione tra sound e strumentazione che riescono insieme ad offrire uno spettacolo sonoro da record; conclude il disco “Cosmosis”, altra sorprendente esecuzione questa volta forse più ricca tra effetti sonori e annesse melodie sempre sotto l’effetto di ipnotici groove. Un disco che pecca di originalità ma che nel complesso riesce a trasmettere quel giusto impatto fatto di potenza ed annessa energia sonora.
Track by Track
- Turn your Head 75
- Lucusta 80
- Space Totem 80
- I, The Wicked 80
- Kick the Can 75
- Physalia 80
- Voodoo Dawn 80
- Soul River 80
- What i mean 80
- Cosmosis 75
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 80
- Qualità Artwork: 80
- Originalità: 60
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
77Recensione di Wolverine pubblicata il 04.03.2017. Articolo letto 1519 volte.
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