Fake Heroes «Clouds» [2015]
Fake Heroes
Titolo:
Clouds
Nazione:
Italia
Formazione:
Manuel Gatta - Lead Vocals Gianni 'Draft Djentleman' Vespasiani - Guitar Simone 'Roll' Del Libeccio - Guitar Francesco D'Amario - guitar Francesco Gentile - Bass Michele 'Mike' Santoleri - Drums
Genere:
Progressive / Alternative / NuMetal
Durata:
51' 1"
Formato:
CD
21.09.2015
Etichetta:
Autoproduzione
Distribuzione:
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Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Seconda prova di forza dal titolo “Clouds” per i pescaresi Fake Heroes che con le loro undici tracce generano sonorità per lo più compatte caratterizzanti da grooves moderni pregni di atmosfere ariose, cantati melodici e ritmiche su base progressive metal che ricordano con estrema facilità alcuni passaggi alla Messhuggah; anche sul primo disco realizzato oramai nel lontano 2013, la band aveva dato prova della propria accondiscendenza allo stile degli svedesi. In “Clouds” appaiono senz’altro ammirevoli le linee compositive pregne di contesti ambient che arricchiscono non poco la cornice compositiva del lavoro richiamando anche grazie all’ottima prova della parte cantata elementi che riconducono anche alla buona musicalità dei Dream Theater, sensazione questa che appare per lo più emergere in brani come “Visionary World” così come anche la compattezza ritmica sia dei riff delle chitarre che appaiono addirittura voler esagerare anche con la presenza di una terza chitarra nel gruppo, i lead solo sono accattivanti e anche il lavoro dietro alle pelli è ammirevole proprio per la prontezza e la repentina capacità tra i passaggi più dinamici a quelli più lenti ed articolati, caratteristici del progressive. L’ascolto scorre in maniera fluida ed è comunque in grado di catturare l’attenzione dell’ascoltatore in più occasioni con particolare riferimento a diversi passaggi complessi che risultano ottimamente eseguiti proprio a riprova dell’abilità e della tecnica chirurgica con cui la band sa bene il fatto suo. Il disco apre con “ Visionary World” brano che appare molto composto nel suo genere al punto da dare all’ascoltatore l’impressione d trovarsi su una dimensione surreale, il riff che apre dopo il motivo iniziale eseguito in piano ne è una prova; segue “On the Hill” dove si percepisce immediatamente lo stile inconfondibile dei Messhuggah; il brano assume pregio grazie al lead eseguito da Giacomo Castellano; il successivo “Life long Addiction” risulta sempre strutturato in un magnetico progressive dalle possenti ritmiche ed altrettanti grooves, il tutto avvalorato da un cantato nitido veramente all’altezza della situazione; l’ascolto prosegue con “Skyline” dall’incredibile riff introduttivo e dagli armonici al limite dell’ipnotico che con la sua ritmica animata il giusto regala probabilmente uno dei brani più belli del platter; da segnare la presenta come guest di Lorenzo Venza sul primo dei lead; “Dayfall” con il suo gioco acustico introduttivo sembra volerci catapultare in una dimensione che musicalmente ma soprattutto da un punto di vista armonico ci ricorda un po’ gli Alter Bridge; “Alone But Full of Colour” nel suo dinamismo sempre ovviamente caratterizzato dal progressive appare quasi più un brano di stesura hard rock ma in ogni caso ciò non significa certo ridurne la magnificenza. L’ascolto prosegue con “The Beginning of Thoughts” ancora una volta strutturato e caratterizzato dall’inarrestabile potenza ritmica con il supporto di elementi e sfumature djent. E’ poi la volta di “Clouds”, brano che porta il titolo del lavoro che si presenta con un parte armonica accompagnata dai distorti ritmici particolarmente moderati ma ben fatti; “Beast Inside” ci ricorda con le sue andature progressive realizzate su un livello ritmico che non cala mai la capacità di questi giovani di fronte ad un genere che tutto sommato non è alla portata di tante band. Gli ultimi due brani “My Guinea” e il conclusivo “ The Man From Nowhere” si mantengono sempre su un elevato livello compositivo. Il disco nell’insieme, al di là della marcata presenza dello stile degli svedesi Messhuggah in qualche spezzone di brano, dà prova che nel complesso la band ha della stoffa che assume connotati particolari grazie all’inserimento in ogni brano di elementi di matrice ambient e djent che in definitiva arricchiscono non poco questo lavoro.
Track by Track
- Visionary World 65
- On the Hill 65
- Life long Addiction 70
- Skyline 75
- Dayfall 75
- Alone But Full of Colour 65
- The Beginning of Thoughts 70
- Clouds 65
- Beast Inside 70
- My Guinea 65
- The Man From Nowhere 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 65
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
68Recensione di Wolverine pubblicata il 08.11.2015. Articolo letto 3717 volte.
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