Final Fright «Artificial Perfection» [2015]
Recensione
Al debutto i nostrani Final Fright con questo primo lavoro intitolato “Artificial Perfection”, proposto con un thrash metal compatto e dalle sonorità grezze e taglienti che risultano allo stesso tempo ben rifinite grazie alla produzione discreta di questo platter. Da segnalare, in ogni caso, che la band, all’attivo dal 2010, ha alle spalle un precedente Ep uscito nel 2014 dove ci dà una discreta presentazione di sé traendo, tra l’altro, ispirazione e spunto da band quali Exodus, Anthrax, Demolition Hammer. La predetta ispirazione ben emerge dai riff realizzati in questo platter dove si percepisce una certa maestria esecutiva, quasi sincronizzata a dovere, accompagnata anche da ritmiche che difficilmente concedono attimi di tregua. I brani, come detto, sono spinti ma in definitiva non propongono mai un qualcosa di strabiliante, i lead solo sono invece ben congeniati e rappresentano un buon apporto in generale. “Cane Arrabbiato” accende i riflettori con un riff cattivo, suonato un po’ alla Kreator e subito accompagnato da un lavoro di drum machine sufficientemente proporzionato all’andamento del brano; “Blind” seconda tracks, offre un buon inizio e una successiva andatura tirata dove prendono effetto anche i vari backing vocals a supporto della parte cantata; lead solo virtuoso. “Human”, in stile Demolition Hammer, si presenta spinta in maniera quasi estrema e nel complesso appare ben strutturata ed elaborata; a seguire “The Springwood Slasher” dal bell’intro armonizzato poi assorbito dall’andatura che appare un po’ troppo simile alle precedenti e non offre, nel complesso, molte variazioni significative; “You Deserve to Die” ottimo l’intro in lead della chitarra ma il brano, nonostante il buon lavoro delle chitarre, procede in maniera abbastanza piatta senza offrire spunti di particolare interesse; “My Day” si propone capziosa e l’andatura convince maggiormente rispetto ai precedenti brani; la successiva ”Serial Victims”, dal riff introduttivo ben realizzato, si poggia su una drum machine un po’ più dinamica rispetto alle precedenti mentre gli assoli sono sempre isterici e coinvolgenti a dovere; “Parasites” si propone con un’andatura ben spinta e grezza nella ritmica; “La Polizia non può Sparare” è sempre sulle andature precedenti ma rimane un po’ a se stante da un punto di vista ritmico. Il lavoro si presenta un po’ monotono nelle andature in drum machine al punto da eguagliare sin troppo alcuni brani; l’esecuzione delle chitarre è eccellente, riff coinvolgenti così come i lead solo proposti. C’è ancora da lavorare ma i presupposti, in definitiva, ci sono così come anche la volontà di non fermarsi ed andare avanti nell'ovvia consapevolezza di poter sicuramente migliorare.
Track by Track
- Cane Arrabbiato 60
- Blind 55
- Human 60
- The Springwood Slasher 55
- You Deserve to Die 55
- My Day 60
- Serial Victim 60
- Parasite 60
- La Polizia Non Può Sparare 55
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 60
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 55
- Tecnica: 60
Giudizio Finale
58Recensione di Wolverine pubblicata il 06.06.2015. Articolo letto 1948 volte.
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