Genus Ordinis Dei «The Beginning» [2023]

Genus Ordinis Dei «The Beginning» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
08.07.2024

 

Visualizzazioni:
717

 

Band:
Genus Ordinis Dei
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Titolo:
The Beginning

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Tommaso Monticelli :: Guitars, Keyboards, Orchestrations
Niccolo' Cadregari :: Vocals, Guitars
Nicola Pedrali :: Drums
Danilo Arisi :: Bass

 

Genere:
Symphonic Death Metal

 

Durata:
57' 15"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
08.12.2023

 

Etichetta:
Eclipse Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Credo che “The beginning” sia tutto sommato l’album migliore per i Cremonesi Genus ordinis dei, visto che il loro Symphonic death melodico con forti influenze metalcore arriva qui ad una perfezione formale molto alta, dovuto sicuramente ad una produzione eccezionale, che riesce a capitalizzare ogni sfumatura dei riffs dei GOD.
Il segreto della musica di “The beginning” non è tuttavia dovuto alla tecnica quanto piuttosto all’utilizzo di moods massicci e potenti, che sanno come andare a suonare maestosi sin dalla opener “Aeternus”, passando per la più corale “Changing star” fino alla tribale “The divine order”, che accompagna il groove del brano per un risultato centrato, e tutto il disco è così: parte da una idea compositiva e la massimizza in tutto il resto del brano invece di riempire il disco di note e tecnicismi, per un risultato che, devo dire, è centrato, più tipo certi Septic Flesh che Fleshgod Apocalypse. Certo, si potrebbe chiedere un episodio più da singolo anche se mi rendo conto che l’album è un concept, ma ci può star bene anche così. L’unico vero difetto che trovo a quest’album, semmai, è quello di dove sempre suonare molto imponente, finendo per suonare un po’ prevedibile sulla lunga distanza, e rivelando forse un punto su cui lavorare per il futuo per i GOD. In altre parole, altri gruppi comparabili con i Genus Ordinis Dei riescono a volte a essere più comunicativi senza suonare così esagerati. Non si tratta del peggior problema del mondo, ma credo comunque che si può dosare un po’ meglio il climax nelle canzoni future, visto che ogni brano, specie all’inizio dell’album, finisce fin troppo allungato, dandogli un vago tocco di pretenzioso.
Per amanti della musica melodic death metal, che non disdegnano un’incursione nelle sinfonie.

Track by Track
  1. Aeternus 75
  2. Changing Star 75
  3. Genesis 70
  4. Chant of the water - Intermezzo S.V.
  5. The divine order 70
  6. Blackstone 70
  7. We are the strangers 70
  8. Shaman 75
  9. The dragon and the sword 70
  10. For a new god 70
  11. Chant of the wind - Intermezzo S.V.
  12. The fortress without gates 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
71

 

Recensione di Snarl pubblicata il 08.07.2024. Articolo letto 717 volte.

 

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