Golden Rusk «Ouroboros» [2021]
Recensione
Nasce dalla collaborazione siculo americana questo progetto chiamato Golden Rusk, il cui nome potrebbe essere probabilmente ripreso dalle note stagioni televisive sui cacciatori d’oro anche a giudicare dall’imponente monolito a forma di drago che imperia sulla copertina dell’album. In ogni caso questo progetto a due in cui il connazionale Maher cura completamente la parte strumentale e l’americano Josh Marchand offre le sue doti in un cattivo e acerbo growl, danno vita ad un death metal di ispirazione prettamente moderna offrendoci ben undici tracce rese da un granitico componimento in cui undici tracce si rivelano tutt’altro che blande o dai contenuti elementari! Infatti l’ascolto, anche se abbastanza imponente nella risoluzione, dà prova di un cerco convincimento che il duo intende sottoporre all’attenzione della platea e che indubbiamente lascia tutt’altro che indifferenti: forti di una buona produzione e di annesse quanto valide idee sotto l’aspetto compositivo e strutturale, la band spettacolarizza al meglio le proprie capacità e rende non poco intriganti i quaranta minuti abbondanti di ascolto. Ritmiche ingenti in sostanza danno manforte al progetto a cominciare da “Rise”, un brano determinato e forte di una imponente ritmica che sin da subito da ben comprendere di che pasta siano fatti i Golden Rusk; differenziate non poco nella struttura sono anche “Endless Suffering” e la successiva “This is The End”, in cui all’interno della compattezza della velocità prendono corpo anche lead solo di pregio; molto moderata “Two sides of a coin”, un brano decisamente diverso dai suoi predecessori ma dinamico ed efficace; sulla stessa linea anche “Marionette”, in cui poi la band si contestualizza su un death metal quasi estremo ma ancora una volta tutt’altro che farlocco e con falde; la band si dà da fare e la propria convinzione è il punto forte dell’interno lavoro; la forza permane anche nei brani conclusivi sino a giungere a “The Disease” ennesima forza che dà punti all’intero lavoro. Il disco, anche se prettamente frutto di un lavoro impegnativo e complesso dato anche l’esiguo numero dei componenti, in definitiva sa offrire dei buoni spunti tecnici e riesce a farsi apprezzare rilevandosi un prodotto piacevole e da tenere in considerazione.
Track by Track
- The Calm S.V.
- Rise 75
- The Chase 75
- Endless Suffering 70
- This Is The End 70
- Blood Spaw 75
- Two Side Of A Coin 75
- A Means T o An End 75
- Marionette 75
- Gift Of The Death 75
- The Disease 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 75
- Tecnica: 80
Giudizio Finale
74Recensione di Wolverine pubblicata il 18.04.2021. Articolo letto 1314 volte.
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