Gunash «All You Can Hit» [2022]

Gunash «All You Can Hit» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
17.05.2023

 

Visualizzazioni:
840

 

Band:
Gunash
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Titolo:
All You Can Hit

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Ivano Zorgniotti :: vocals, guitars
Luca Negro :: bass, backing vocals
Danilo Abaldo :: drums, percussions

 

Genere:
Rock / Alternative / Post-Grunge

 

Durata:
43' 28"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
29.04.2022

 

Etichetta:
Go Down Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Poco da dire: il quarto album dei Gunash da Bra è un centro secco. Immaginatevi come sarebbe l’alternative rock se sapesse variare nelle atmosfere e nei tempi con il progressive rock a volte d’annata e altre più moderno, ed ecco a voi “All you can hit” dei Gunash, con tanto di benedizione di Nick Oliveri e Derek Sherinian che fanno da guests in quest’album, l’ultimo dei quali in circa quattro brani.
Dunque si tratta di qualche ragazzo un po’ capace coi propri strumenti che ha avuto una sonora raccomandazione da qualche star? Per niente: i Gunash brillano di luce propria, e questo lo si sente in tutto l’album, con una “Revenge” che stupisce si da subito per l’incredibile maturità ed efficienza del sound, che affianca il rock n roll al prog, il tutto su controtempi e tempi dispari, eppure con una scorrevolezza del sound che ha dell’affascinante, tranne che poi nel brano successivo i Gunash s’inventano riffs strani e arpeggi elettrici discordanti, modificando notevolmente il loro sound e rendendo tutto il disco molto eterogeneo, che ha come capisaldi del sound la più tipicamente progressive “The sea is full of dreamscapes”, e dall’altro la molto più rock oriented e diretta “Predators”, con in mezzo momenti atmosferici molto riusciti come “The graveyard keeper” e la più tipicamente da singolo “Winter wind”, arrivando poi alla summa compositiva data da “House of sand (a bad dream)”, molto probabilmente per me il brano più riuscito del disco, e che suona come un brano dei Foo Fighters che si divertono a fare prog, senza parole.
Questo è “All you can hit”: è un disco ispirato, caleidoscopico e vincente, che i Gunash ci propongono e che consiglio caldamente agli amanti di questo genere, ma è uno di quei dischi che per ispirazione e spessore, per me dovrebbe essere ascoltato come esempio da seguire e da cui prendere nota. Altro che gli Imagine Dragons. Alzo le mani!

Track by Track
  1. Revenge 80
  2. B.J. Quinn 85
  3. The sea is full of dreamscapes – The kraken 80
  4. Emerald city 80
  5. House of sand (a bad dream) 85
  6. Winter wind 80
  7. Crimson tentacles 80
  8. The graveyard keeper 85
  9. Predators 80
  10. No more promises 80
  11. Predators – Original version 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 85
  • Qualità Artwork: 80
  • Originalità: 85
  • Tecnica: 85
Giudizio Finale
82

 

Recensione di Snarl pubblicata il 17.05.2023. Articolo letto 840 volte.

 

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