Gunjack «The Third Impact» [2022]

Gunjack «The Third Impact» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
07.02.2023

 

Visualizzazioni:
628

 

Band:
Gunjack
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Titolo:
The Third Impact

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
M47 :: Drums, backing vocals
Gamma Morser :: Guitars, backing vocals
Mr. Messerschmitt :: Vocals, Bass

 

Genere:
Heavy Metal

 

Durata:
51' 37"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
02.02.2022

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Nee-Cee Agency
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Recensione

Dai Gunjack finora lo sapevi benissimo che cosa ti devi aspettare: un tributo ai Motorhead. Non una band clone (qui solo la voce è uguale) e comunque fatto abbastanza bene, ma comunque un tributo ai Motorhead. Le cose cambiano un po’ con questo “The third impact”, più orientato a suonare con diverse influenze di chitarra per tutto il disco, che spaziano dal rock fino anche al thrash, per un risultato più orientato verso il thrash rispetto alla band di Lemmy.
E tutto questo è riuscito? In questo “The third impact” la risposta è sì, ma non del tutto. Perché se è vero che i Gunjack sanno darci dei brani divertenti, come in “Twirling on your grave” o “Destroy the seventh seal”, quest’ultima più tipicamente Motorhead, è anche vero che certe opportunità qui vengono sprecate, e altre non le condivido tanto. Mi riferisco a momenti come l’opener “Blast n roll”, un brano francamente scialbo e anche abbastanza manieristico, stranamente messo in apertura dell’album, oltre a brani un po’ inutili come “Meltdown” o “The knights in white”. Fortuna che ci sono altri brani che almeno confermano il mood vivace dei Gunjack, che hanno dalla loro il fatto di saperci fare e di inanellare momenti davvero entusiasmanti, a volte più grezzi come in “Nuke to be sure”, e altre volte un po’ più tipicamente thrash come nel brano conclusivo o “Heart of tank”.
Il tutto per un risultato sinceramente bello, ma che onestamente per me può comunque fare di più: nonostante l’impegno profuso dalla band, i Gunjack restano pur sempre una band che sa di nicchia, senza un vero e proprio brano di punta nell’album, e che certo, ci fa divertire, ma che alla fine dell’ascolto non lascia poi granché. I Gunjack non sono una band che gode di luce riflessa, ma per qualche strano motivo, restano pur sempre un divertimento certamente gradevole e a volte entusiasmante, ma che rimane anche un po’ là, forse per gli episodi filler che qua e là ci sono, i volumi che io avrei rifatto diversi, chissà. Per completisti.

Track by Track
  1. Dagon - Intro S.V.
  2. Blast n roll 55
  3. Twirling on your grave 65
  4. The tournament 70
  5. Hypnotic disease 75
  6. Destroy the seventh seal 75
  7. Coma - Intermezzo S.V.
  8. Meltdown 55
  9. Nuke to be sure 70
  10. Metal influencer 70
  11. The thermopylae 75
  12. Heart of tank 70
  13. The knights in white 60
  14. Lie of god 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 65
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 60
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
68

 

Recensione di Snarl pubblicata il 07.02.2023. Articolo letto 628 volte.

 

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