Hellcircles «Stillness» [2009]
Hellcircles
Titolo:
Stillness
Nazione:
Italia
Formazione:
Marco Parisi: Vocals & Keyboards
Roberto Fornaroli: Guitar
Fabio Pedrali: Guitar & Vocals
Danilo Arisi: Bass
Davide Ravara: Drums
Genere:
Durata:
20' 96"
Formato:
EP
2009
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Impressione di note, scivolano su un’infinita distesa immobile, leggere toccano un oceano come coltre di nebbia dalle dita rosate, s’apoggiano su un manto d’acqua con piccoli gelidi tocchi di spilli, respirando a pieno una sensazione d’oblio. Un raggio, una chitarra, squarcia il velo di perdizione accompagnando il lento fluire di vibrazioni filate dai tasti candidi: “Another story goes on… Another page, once again, has been written”.
E’ la storia che raccontano gli Hellcircles, realtà musicale sfornataci provvidenzialmente dalla “città delle tre T”, il cuore lombardo di Cremona in cui ha preso corpo la magnifica idea balenata nelle menti di Marco Parisi e Roberto Fornaroli: voce virtuosa alle tastiere il primo, talento alla chitarra il secondo. La formazione si allarga con l’arrivo di Fabio Pedrali (chitarra) e Davide Ravara (batteria) reduci dall’esperienza comune in gruppi precedenti, mentre conclude il quintetto il basso di Danilo Arisi.
Gli Hellcircles si rivelano da subito un bacino d’idee accalcate in quiete instabile sotto una scorza marcatamente power che i ragazzi sanno lucidare rispolverando il genere con originalità, mantenendone comunque le medesime coordinate stilistiche senza scadere in un contesto poco sapido.
Grande prova, soprattutto in un ambito dove l’Italia ha saputo insegnare momenti di memorabile storia: i Nostri sanno mantenere alta la tradizione sin dalla performance del singer Marco Parisi, estensione vertiginosa e timbro da star registrati in una prestazione dalla tecnica eccezionale, fin troppo presente in alcuni passaggi a scapito dell’energia che richiede l’interpretazione, dando l’impressione soprattutto in qualche refrain di un certo distacco tra concetti e manifestazione espressiva.
Tuttavia questo piccolo filo cangiante su un tappeto di suoni dai colori profondi ma brillanti non inficia assolutamente la qualità del demo “Stillness” che fin dalla prima omonima track scivola su un preludio strumentale dal lirismo notevole, tranciato dall’incipit energico di “Let us Unite” caccia subito nella dimensione che i Nostri intendono creare, pannelli sonori up tempos su cui si sparano raffiche di riffing snodati e drumming d’impatto notevole, discretamente rimestato in sede di produzione. Piccole pecche al mixaggio, che non è opportuno approfondire dal momento che “Stillness” non solo è un lavoro di evidente pregio da parte di una band al suo esordio, ma anche un’autoproduzione di livello decisamente elevato.
Lo dimostra “The Damage Done” pezzo degno del repertorio di quei musicisti dall’innegabile destrezza rodati alle traversie delle esperienze live; originalità ottimale in un contesto definito da un’interessante intreccio vocale fra il candore melodico di Marco Parisi, che distribuisce anche qualche rifinitura scream davvero godibile, e l’approccio più brusco di Fabio Pedrali gestito egregiamente, adagiate su fondine di strumenti che scalpitano poderosi.
Particolare incipit in “assolvenza” per “Tunr Back Time” anche qui caratterizzato da un chorus che rasenta il growling gestito attraverso distorsioni che lo rendono decisamente interessante, sfoderando uno di quei refrain orecchiabili che ti si aggrappa, e ti trovi spensieratamente a ripetere nel corso di una giornata distesa.
Chiude in bellezza “Rise Again” altro gioiellino di cesellature melodiche che impreziosiscono un’opera da ascoltare, brucia di fuoco interiore, celato sconvolgimento che convive nell’esistenza piatta, dall’apparenza placida, di una “quiete” sferzata da note ardenti che sanno infiammarsi in un mare d’illusioni infrante.
Track by Track
- Stillness 80
- Let us Unite 75
- The Damage Done 85
- Turn Back Time 80
- Rise Again 85
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 80
- Originalità: 80
- Tecnica: 80
Giudizio Finale
80Recensione di Rocket Queen pubblicata il --. Articolo letto 2093 volte.
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