Hurricane On Saturn «phi-nx» [2023]

Hurricane On Saturn «Phi-nx» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
21.06.2024

 

Visualizzazioni:
305

 

Band:
Hurricane On Saturn
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Titolo:
phi-nx

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Maydx :: Vocals
Rastaban :: Bass
Marakk :: Drums
Antares :: Guitars
Dakm :: Vocals

 

Genere:
Electronic / Rap / Metal / Post-Hardcore

 

Durata:
40' 35"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
24.02.2023

 

Etichetta:
WormHoleDeath
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Vogliono scioccare gli Hurricane on Saturn, una band che mescola industrial tipo Rammstein con l’EDM (nientemeno), certe cose metalcore e alcune tendenze nu metal e perfino trap in certe parti. Aggiungete una forte dose di electro in tutto l’album, e avrete ottenuto questo “φnx”, traducibile in italiano come “Phinx”.
Il tutto per un risultato ovviamente spiazzante, inutile negarlo, e anche provocatorio, che invece di andarci piano con tutte queste influenze musicali, vede gli HOS declamarli nel primo brano “We die young”, con un industrial mixato a strofe chiaramente rappate e una linea melodica data dai synth. Notevole, anche se francamente poco compatibile con il metal sensu stricto. Da qui in poi, la band continua a spiazzare, con una “In ash” che ci propone un mix di metalcore e industrial e strofe ancora rappate, che sfociano nell’inizio trap del quarto brano, e addirittura in una cosa dubstep trap del quinto brano. Da qui in poi, però, l’ispirazione degli Hurricane on Saturn cala vistosamente, e la seconda parte del disco l’ho trovata perlopiù incolore, con alcune buone idee, ma anche un senso melodico che va a diventare molto cheap e meno energetico. Certo, c’è il brano “Solo sangue” a riportare tutto su lidi un po’ più duri, ma è per poco tempo, visto che appare evidente all’ascolto di questo brano che il songwriting degli HOS non sta sostanzialmente nel metal, se non in quello più moderno e contaminato.
Un disco dunque a due facce: molto trasversale all’inizio ma comunque riuscito, ma una seconda parte decisamente più innocua, dove l’ispirazione cala un bel po’. Poteva essere una bella bomba di industrial sperimentale, ma lo è solo a metà. Accontentiamoci, anche se c’è da parte mia un po’ di cruccio per le premesse nella prima parte del disco.

Track by Track
  1. We die young 70
  2. In ash 70
  3. Sturm 65
  4. Pollute the mainstream 70
  5. Noizbleed 65
  6. Pitch black 65
  7. Back for more 60
  8. When war comes 60
  9. Solo sangue 65
  10. Nothing I can do 60
  11. When I shoot I kill 60
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 55
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
64

 

Recensione di Snarl pubblicata il 21.06.2024. Articolo letto 305 volte.

 

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