Hyena Ridens «La Corsa» [2018]

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Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
17.03.2018

 

Visualizzazioni:
2015

 

Band:
Hyena Ridens
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Titolo:
La Corsa

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- Gennaro Davide :: Voice, Bass;
- Paolo Cotrone :: Drums;
- Paolo Astarita :: Keyboards & Synth;

 

Genere:
Prog / Alternative

 

Durata:
44' 55"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2018

 

Etichetta:
Overdub Recordings
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione


Ridotta la formazione da cinque a tre membri dopo l’uscita dell’album di debutto nel 2014, i napoletani Hyena Ridens ritornano sulle scena con il loro nuovo “La Corsa”, un disco che si caratterizza sin da subito per l’assenza di chitarre sostituite da un synth oltre alla presenza di una batteria e del basso classici. La band incentra le proprie energie compositive su di un alternative rock progressive all’interno del quale il clean, in pura lingua madre, racchiude in sé tutta la grinta che la band ha voglia ed intenzione di manifestare. Le andature, particolarmente diversificate tra un brano e l’altro, offrono un quadro compositivo abbastanza moderno nei contenuti anche grazie all’utilizzo di qualche effetto synth più particolareggiato fungendo lo stesso da elemento cardine nel disco. I brani propongono quindi un quadro compositivo che all’ascolto, offre nel complesso un’impressione personalizzata ma mai troppo elaborata nei contenuti. Ogni brano, a cominciare dal lungo “La Corsa”, offrono numerosi richiami progressive tra melodie quasi psichedeliche in alternanza a momenti più o meno tirati. “Palomar” offre anche l’aspetto forse più oscuro della band che assegna l’aperura del brano a un pianoforte effettato dove un cantato forse un po’ troppo allegro pare andare controcorrente sul contenuto strumentale del pezzo. “Falsi Approdi” e il successivo “Laura” presentano un quadro strumentale nuovamente moderato all’interno del quale non mancano passaggi appena percepibili di indole più moderna; mentre il cantato dà invece l’idea del troppo impostato e del poco spontaneo; molto prog è “Tradimento” con il suo gioco di effetti strumentali dai contenuti molto particolari, mentre “Esseri Umani” in apertura diventa più aggressiva nei contenuti ma forse ancora una volta, ad avviso di chi scrivi la parte cantata sembra un po’ poco appropriata e forzata. La chiusura del disco è affidata a “Vesuvio” la cui caratteristica oltre che di discreta fattura musicale, va a ricadere sull’impostazione napoletana del cantato. L’ascolto propone una particolare struttura compositiva dei brani realizzati, come in apertura accennato, dall’assenza di chitarre; nel complesso l’ascolto però dà quella sensazione di impostazione, soprattutto del cantato, che in alcuni punti pare essere un po’ al di là di quello che è lo spirito compositivo del lavoro.

Track by Track
  1. Ronzinante S.V.
  2. La Corsa 70
  3. Fantasmi 60
  4. Palomar 65
  5. Falsi Approdi 65
  6. Laura 65
  7. Un Pianoforte nell'Abisso 65
  8. Il Ritorno 60
  9. Tradimento 70
  10. Esseri Umani 60
  11. Vesuvio 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 65
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
65

 

Recensione di Wolverine pubblicata il 17.03.2018. Articolo letto 2015 volte.

 

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