Infection Code «La Dittatura del Rumore» [2014]

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Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
11.02.2015

 

Visualizzazioni:
2909

 

Band:
Infection Code
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Titolo:
La Dittatura del Rumore

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Enrico :: Bass, Keyboards
Gabriele :: Vox
Riki :: Drums
Paolo :: Guitars

 

Genere:
Industrial Noise Hardcore

 

Durata:
42' 57"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
02.06.2014

 

Etichetta:
Argonauta Records
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Distribuzione:
Goodfellas
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Code7 Distribution
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Plastic Head
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Agenzia di Promozione:
Nee-Cee Agency
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Recensione

Strano e davvero difficile questo quinto album degli italiani Infection Code, di provenienza ignota e da non confondere con gli altrettanto italiani quasi omonimi Ignition Code.
Strano perché in queste 7 tracce ripartite in quasi 43 minuti di musica ascoltiamo qualcosa che la band definisce come post hardcore, ma che io invece molto più probabilmente definirei Noisecore, qualcosa che taglia i ponti totalmente col concetto di musica e che propone brani dotati dove basso e batteria fanno da tappeto sonoro ad un clangore sintetico continuo e volutamente cacofonico, dove la chitarra più che suonare emette dei suoni striduli e la voce più che cantare, declama frasi non sempre comprensibili, ma non è sciattezza sonora quanto un grumo di sound volutamente per niente lavorato, dai ritmi blandi e stentorei, direi allucinati e distorti, e quasi impossibile da analizzare traccia per traccia vista la pochissima, se non assente, forma canzone la quale rende i brani da ascoltare in un sol fiato. E a dire la verità “La dittatura del rumore” ad incutere un senso di distorto ce la fa, come se questa fosse la colonna sonora di un incubo particolarmente brutto, con le voci misteriose che iniziano l’ultima canzone o le parti crepuscolari e meno distorte di “Vuota vertigine” che letteralmente sanno come inquietare al solo ascolto, tanto è il senso di stranezza o di creepiness di cui sono pregne. Uno stile che quindi può essere amato da qualcuno, odiato da qualcun altro, e da me apprezzato solo in parte, visto che la parte centrale dell’album mi pare un po’ troppo cantilenante e non molto espressivo e che alle volte, esempio lampante la sesta canzone, il brano è così inintellegibile coi samples da chiedercisi cosa si stia sentendo.
Un disco per pochi, questo “La dittatura del rumore”, per quelli che amano il rumore che pervade certo doom e lo riduce praticamente all’ambient/noise, rendendolo così spettrale da essere difficilmente digeribile da chi ama il metal, come il tipico lettore di questa webzine. Per questo motivo l’acquisto di quest’album è consigliato solo ai fans dello stile suddetto, contando che non tutti i brani di questo cd sono perfetti. Abbastanza straniante.

Track by Track
  1. Miasma 70
  2. Lotta continua 70
  3. Vuota vertigine 70
  4. Male di esistere 60
  5. Profondo piombo rosso 60
  6. Il senso della condanna 55
  7. Omnia sunt communia 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 60
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 65
Giudizio Finale
65

 

Recensione di Snarl pubblicata il 11.02.2015. Articolo letto 2909 volte.

 

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