Ingranaggi della Valle «In Hoc Signo» [2013]
Ingranaggi della Valle
Titolo:
In Hoc Signo
Nazione:
Italia
Formazione:
Igor Leone - voce
Flavio Gonnellini - chitarre e voce
Edoardo "Mambrizio" Arrigo - chitarra, synth bass, mellotron strings e voce
Marco Gennarini - violino e voce
Mattia Liberati - tastiere e voce
Marco Bruno - basso elettrico
Shanti Colucci - batteria e percussioni
Guests:
Mattias Olsson - batteria, percussioni e rumori
David Jackson - sassofono e flauto traverso
Angelica Sauprel Scutti – voce
Genere:
Rock Progressivo
Durata:
1h 3' 49"
Formato:
CD
Recensione
Essere a conoscenza che la formazione romana degli “Ingranaggi Della Valle “ possegga elementi di 21 anni di età in media genera inevitabilmente due azioni principali. La prima riguarda un movimento fisico, nella fattispecie sobbalzi dalla sedia e la seconda è più intellettuale e melodrammatica: viene in mente quasi subito il pensiero che i nostri in realtà abbiano rubato una macchina del tempo 40 anni fa e siano capitati quasi per caso in questa linea temporale.
Il masterpiece “In Hoc Signo” (per la sempre attenta Black Widow Records) mette in chiara luce l’operato di un progetto del tutto annoverabile tra i talenti più grandi che possiamo avere in Italia in fatto di Progressive Rock e qui non si discute, ciò per cui posso accettare leggeri musi storti di qualche noioso defender potrebbe essere semmai il fatto che gli Igranaggi della Valle riportano volontariamente in auge quel Prog tipicamente italiano dei tempi d’oro e quindi, tanto per fare qualche nome, PFM, Le Orme, Banco Del Mutuo Soccorso, Rovescio della Medaglia, Locanda Delle Fate, Area, Perigeo etc.
Qui c’è del talento e vi assicuro che in più di un’ora di ascolto non ho avuto il benché minimo sospetto che i nostri abbiano scopiazzato qua e là, certo, la lezione l’hanno imparata a dovere (e come potrebbe essere altrimenti?) tuttavia questo bellissimo concept sulle crociate -introdotto da una copertina in perfetto stile seventies- cela al suo interno dell’ottimismo verso le nuove leve della musica e quindi i nostri, lasciandosi guidare dai grandi del passato ma compiendo anche un extra moenia verso King Crimson, Camel, ELP, Gentle Giant, Genesis e Yes hanno tirato fuori un ottimo disco pregno e completo di tutto ciò che possiate immaginare se siete dei cultori di tale filosofia di musica.
Strumenti come mellotron, hammond, violino, moog sono all’ordine del giorno e mettermi a smontare ogni brano risulterebbe davvero una mossa orrenda, specie di fronte ad un concept che a mio avviso andrebbe ascoltato tutto d’un fiato, in cuffia e con gli occhi chiusi; posso azzardare solo a consigliarvi, per ora, qualche brano preso qua e là fermo restando che l’album è un capolavoro dall’inizio alla fine. Stacchi, momenti a cavallo tra blues, fusion e jazz non tardano a farsi sentire (“Fuga da Amman” e “Kairuv An”) così come splendide storie vengono narrate dalla voce candida del singer Igor Leone, il quale raggiunge il suo apice in episodi come “Cavalcata” e l’epica “Mare in Tempesta”.
Bravura, passione, impeto e tempesta sono solamente alcuni degli elementi determinati di “In Hoc Signo”, album importante per il panorama di rock progressivo italiano (e non). Non posso fare altro che consigliarlo a scatola chiusa, fidatevi di me e segnatevi il nome”Ingranaggi Della Valle”. Ne sentirete ancora parlare.
Bravi bravi e ancora bravi!
Track by Track
- Introduzione S.V.
- Cavalcata 90
- Mare in Tempesta 90
- Via Egnatia 90
- L'Assedio di Antiochia 95
- Fuga da Amman 95
- Kairuv An 85
- Masqat 85
- Jangala Mem 90
- Il Vento del Tempo 90
- Finale 95
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 90
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 75
- Tecnica: 90
Giudizio Finale
87Recensione di Carnival Creation pubblicata il 06.06.2013. Articolo letto 1859 volte.
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