Ingrid Khold «Veleno» [2021]
Recensione
Gli ingrid khold nascono con la formazione originaria sul finire del 2008 e gia si fanno notae al pubblico con il primo ep del 2009 al concorso rock contest di controradio al quale partecipano alle fasi eliminatorie.
Dopo ripetuti cambi di formazione e una partecipazione al contest suoni nella notte, la band perde tutti i componeti orginali ad eccezione del fondatore jody, il chitarrista il quale ingaggia dapprima la cantante francesca rensi che porta al cambio dei testi e delle linee vocali in italiano dall'originario inglese da cui erano partiti nel 2008.
Si aggiungono alla formazione dopo alcuni veloci passaggi di altre persone il batterista lorenzo lippi e il bassista cosimo salvatorelli. la band stipula un contratto discografico sul finire del 2018 con l'etichetta
M.a.s.d. records che si occupa di produzioni hard rock metal, nella quale il sound degli ingrid khold ci rientra, proponendo infatti una miscela di grunge stoner e certa new wave italiana anni 80.
"Veleno" è il nuovo album degli Ingrid Khold, un lavoro improntato su uno stile scanzonato che mette in risalto un rock italiano originale e per niente scontato. Un progetto dove la band mette a frutto tutta la propria vena musicale sulle dodici tracce che rendono questo viaggio lungo ed intenso con dinamiche che demarcano cambi di tempo ben studiati e assemblati, con spunti melodici degni di nota che lasciano spazio ad intenzioni più marcate, creando di fatto un genere che vede l'innesto di parti più tendenti al grunge rock e new wave anni '80. Dettagli questo che alleggerisce il percorso rendendolo più dinamico e coinvolgente.
"Veleno" è un disco finemente elaborato per esternare emozioni e sonorità piacevoli all'ascolto fatte ora di atmosfere grintose, ora di momenti più light, con particolari picchi di adrenalina man mano che si procede verso la parte centrale del disco. Un avvio leggero ma deciso con la open track "Ali" che riesce a infondere da subito energia in bassa misura e positive onde sonore a profusione, con una linea vocale corposa e intensa.
Procedendo l'ascolto verso la parte centrale del disco il ritmo aumenta regalando un impatto sonoro più deciso e ben esaltato dalle chitarre che per l'occasione tagliano l'atmosfera e rendono l'ascolto ancora più aggressivo con una punta di grinta vocale che completa un quadro ricco di vibrazioni positive.
Gli Ingrid Khold riescono ad essere versatili e ad avere buoni spunti compositivi a disposizione, a tal punto che ogni minimo dettaglio risulta vincente e convincente. Ottimo passo avanti per questa band che non farà fatica a ritagliarsi un posto d'onore nella scena underground targata made in Italy. Ascoltare per credere.
Track by Track
- Ali 65
- Brezza Ruggente 60
- Doppi Giochi 65
- Giochi di Lame 65
- Le cose mai dette 65
- Non dovrei 65
- Percezioni 65
- Sono solo io 65
- Troppo regolare 65
- Vapore intorno a me 60
- Veleno 65
- Viaggio 60
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 65
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 65
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
65Recensione di Led pubblicata il 22.02.2022. Articolo letto 1038 volte.
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