Inverted Matter «Detach» [2017]
Inverted Matter
Titolo:
Detach
Nazione:
Italia
Formazione:
Gianluigi Giacon :: Vocals
Andrea Tocchetto :: Guitar
Jason Nealy :: Guitar
Mike Smith :: Drums
Leonardo Langaro :: Bass
Genere:
Death Metal Old School
Durata:
34' 44"
Formato:
CD
30.04.2017
Etichetta:
Autoproduzione
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Ogni tanto capita, quando si recensiscono albums, di imbattercisi in bands dalla storia contorta, ma credo che quella dei perlopiù Trevigiani Inverted Matter è un caso particolare: questa band è infatti attiva dal 2007 ma ha cambiato nome per ben due volte, arrivando al terzo album complessivo che però è il primo sotto il nome Inverted Matter, uscito autoprodotto e con alla batteria “un tale” Mike Smith, che è nientemeno l’ex batterista dei Suffocation. E se la storia di questa band si rivela stravagante, lo è altrettanto l’ascolto dell’album, pieno di luci ed ombre. Il discorso è che (per la mia esperienza da recensore) spesse volte quando si parla di “Luci e ombre” ci si riferisce a diversi tentativi di puntare ad un obiettivo musicale, dei quali alcuni funzionano ed altri no. Qui invece stranamente gli Inverted Matter ogni tanto ci sfornano dei brani clamorosi, ed ogni tanto dei brani talmente diversi e meno ispirati che quasi fatico a credere che sia la stessa band ad averli composti.
Infatti, se si ascolta l’opener “The Mark” si sente un death metal molto compatto e potente, registrato molto bene e con una serie di riffs che è andata addirittura a ricordarmi gli Hate Eternal, e a questa influenza si aggiungono nel prosieguo dell’album dei riffs con note che formano una certa atmosfera asettica e spettrale in “Foreigner” molto ben amalgamata. Peccato che in mezzo c’è “Drake Effect”, un brano molto più anonimo, che enfatizza solo quest’ultimo uso dei riffs e che oltre a finire nel nulla suona molto diverso dagli altri due. Per fortuna abbiamo modo di riprenderci con il grandioso parossismo di “Facility” e soprattutto “Peak”, che amalgama perfettamente le due influenze musicali della band. Si tratta di brani notevoli, ma di nuovo, l’equilibrio s’inceppa ancora con “Experimental”, un brano che centra il bersaglio solo a tratti a causa di alcuni riffs molto puerili e di una certa sconclusionatezza complessiva, e non si migliora di molto con i due brani successivi, che non sono male ma che comunque non sono all’altezza di ciò che gli IM ci hanno fatto sentire in precedenza. Riponevo le mie energie per il brano conclusivo, che pensavo fosse un massacro, ma che invece è un outro abbastanza inopportuno e direi quasi prematuro.
Insomma: “Detach” è un album strano, perché riesce a tritare tutto in certe canzoni, ma in certe altre gli Inverted Matter sembrano francamente bersi il cervello e non saprei dire di preciso perché questo avviene. Certo, i picchi delle migliori canzoni di quest’album sono talmente notevoli che oscurano i lati negativi, ma se contiamo che il disco è abbastanza breve (appena meno di 31 minuti se si esclude l’outro e si considerano solo i brani realmente suonati) si nota che gli Inverted Matter non usano tutto il loro potenziale e in definitiva hanno ancora un po’ di difficoltà a tenere alta l’attenzione sulla lunga distanza, che raggiungono col fiatone.
Cosa rimane? “Detach” è comunque il frutto di una band con ottimi picchi compositivi e con un bel potenziale, che rende questo disco comunque consigliabile a chi cerca un nuovo nome in ambito death metal americano, ma senza pecche quest’album poteva essere una bomba. Si può e si deve fare di più.
Track by Track
- The mark 80
- Drake Effect 55
- Foreigner 80
- Facility 80
- Peak 85
- Experimental 65
- FGM-148 65
- Missing link 70
- Singularity - Outro S.V.
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 80
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 70
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
70Recensione di Snarl pubblicata il 19.06.2017. Articolo letto 1400 volte.
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