Jewish Juice «Soaring Above Death» [2008]

Jewish Juice «Soaring Above Death» | MetalWave.it Recensioni Autore:
alcio »

 

Recensione Pubblicata il:
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Visualizzazioni:
1006

 

Band:
Jewish Juice
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Titolo:
Soaring Above Death

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Cernunnos – Vocals/guitars
Riccardo Aureli – Drums
Beaker - Bass

 

Genere:

 

Durata:
26' 7"

 

Formato:
Mini-CD

 

Data di Uscita:
2008

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

I Jewish Juice nascono ad Arezzo nel Marzo del 2006 ed arrivano nel giro di pochi mesi alla registrazione del loro primo demo, “In Memore”.
Grazie a questo primo prodotto i ragazzi riescono ad ottenere i primi ingaggi, anche per date di un certo rilievo, come l' Evening in black di Lugano di spalla a Belphegor, Handful of hate e Amphitrium e l' Unholy Underground Metal Fest.
Dopo questi primi riscontri, gli aretini arrivano alla registrazione del loro secondo demo, targato 2007, e quindi a questo nuovo prodotto, registrato nel 2008 ma rilasciato solo nel Dicembre 2009.
Rispetto al war black metal degli esordi, possiamo ascoltare in questo CD una certa evoluzione musicale, in quanto oltre ai soliti pezzi thrash-black dai riff semplici, veloci e diretti, si aggiungono altre composizioni dalla struttura un po' più articolata, e con una certa propensione ad un pathos quasi epico.

L'opener dal titolo (esaustivo) “The night of the long knives” ci assale subito con un riffing bello potente e serrato, ma forse penalizzato da un suono troppo ovattato per il genere, che a mio modesto parere necessita di suoni più squillanti. Bello lo stacco centrale, dopo un arpeggio piuttosto semplice ma efficace, ed un riff successivo che mi ha riportato alla memoria certi Darkthrone.
Segue a ruota “Human ferocity” dal riffing semplice e tirato, drumming veloce e semplice come certi Sodom d'annata.
La successiva “Acid tears” spiazza per un inizio basato su di un arpeggio di chitarra molto malinconico, per poi attestarsi su un mid-tempo alla Darkthrone.
Per non abituarsi troppo alle atmosfere rarefatte, i ragazzi partono quindi con “My kingdom” un brano tiratissimo, dal riffing graffiante, dal drumming compulsivo e dalla doppia voce growl/shriek.
Un brano corto, sparato a mille ed accattivante.
Conclude il CD “Green forest”, dalla lunga introduzione acustica che ci porta a braccetto verso riff distorti e con un so che di malinconico. I ritmi accelerano di tanto in tanto, ma senza eccessi e parossismi. A mio modesto avviso questo brano è troppo lungo per essere basato su un numero così esiguo di riff e/o situazione per giustificarne una così lunga durata. Pur buono nell'idea, mi ha leggermente annoiato alla lunga.

In conclusione, quest'ultimo lavoro dei JJ devo ammettere che mi piace: non è originale, né innovativo, né chissà quanto ben confezionato, ma nell'insieme esce bene per un demo/mini-CD autoprodotto.
Cosa aspettarsi dai ragazzi aretini per il futuro?
Onestamente non saprei: indubbiamente il loro aderire in maniera così certa e definita al Nation Socialist Black Metal, e con un nome così “preciso”, può bloccare un mercato mainstream (anche se gliene apre uno di nicchia comunque discreto).
Probabilmente, però, al terzetto non interessa neanche diventare la nuova sensazione del black metal mondiale, per cui onore ai ragazzi per la coerenza con la quale portano avanti il loro progetto.
Consiglio loro di curare un minimo l'aspetto della cura di un riffing un po' più ricercato e di registrare il prossimo lavoro con dei mezzi migliori, perché sono dell'opinione che i gruppi black metal più estremi gioverebbero di registrazioni più intellegibili.
Il low-fi lasciamolo a Burzum, perché per lui registrare in determinate condizioni era una scelta stilistica, non un risultato.

Track by Track
  1. The night of the long knives 70
  2. Human ferocity 70
  3. Acid tears 70
  4. My kingdom 75
  5. Green forest 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 65
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 60
  • Tecnica: 65
Giudizio Finale
67

 

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