Kaiserreich «Cuore Nero» [2015]
Recensione
E’ un black metal tutto all’italiana questo propostoci dai bresciani Kaiserreich, band all’attivo oramai da un decennio che, attraverso un insieme di atmosfere cupe, sonorità caratteristiche del genere e un acerbo cantato curato in lingua madre, dà vita a “Cuore Nero”, una intensa e drammatica liturgia metal. Gli otto brani proposti, tutti al di sopra dei cinque minuti di esecuzione ciascuno, sono in grado di ripercorrere generosamente i sentieri del black metal senza mai esasperare le andature che appaiono nel complesso abbastanza moderate. La moderatezza del sound in ogni caso non va affatto disprezzata proprio sul presupposto del fatto che permette all’ascoltatore di far assaporare appieno l’intero lavoro in ogni singolo passaggio e nel rispetto della coerenza dei suoni che sono assolutamente confacenti al genere. “Unico sole” apre il lavoro con un intro distorto un po’ sincopato che attiva l’andatura tutta moderata del brano realizzata anche con una melodia molto armonizzata; la successiva “Bianco Freddo” appare un po’ più spumeggiante come proposizione offrendo un refrain dall’ascolto piacevole unificato alla buona performance canora; “Senza Luce” altro brano di circa nove minuti di esecuzione realizzata con una ritmica diversa rispetto al brano precedente che seppur con una andatura forse anche troppo lunga è in grado di proporre contesti ritmici di vario apporto; è poi la volta di “Ombra Infranta” brano molto lento sempre ricco di armonici dal tratto tetro che nel complesso non delude; “Vuoto Assoluto” clima funereo con andatura iniziale forse troppo lenta e comunque accompagnata da un hight growl che appare sempre eseguito in maniera confacente; la successiva “Zero Negativo” brano strumentale dal riff introduttivo forse un po’ troppo offuscato che fa da base all’intero brano successivamente accompagnato da una ritmica lenta e monotona; “Hight Hopes” presenta un intro festoso a suon di campane poi reciso da un riff e da una ritmica moderata che a poco a poco si trasforma presentando una sfaccettatura finalmente spinta in un caratteristico black metal; “The Solitudes of Infinite” brano dall’intro acustico e dalla successiva andatura in black metal moderata e armonizzata concluso con un lead solo comunque non troppo emozionante. Il disco appare complessivamente apprezzabile nei contenuti anche se molto spesso le andature appaiono un po’ troppo simili e forse troppo poco accelerate; degna di nota è la parte cantata sempre all’altezza della situazione.
Track by Track
- Unico sole 65
- Bianco Freddo 70
- Senza Luce 65
- Ombra infranta 60
- Vuoto Assoluto 60
- Zero Negativo 65
- Hight Hopes 60
- The Solitudes of Infinite 60
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 65
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 60
- Tecnica: 60
Giudizio Finale
64Recensione di Wolverine pubblicata il 11.08.2015. Articolo letto 2559 volte.
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