Keres «Homo Homini Lupus» [2024]

Keres «Homo Homini Lupus» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
29.09.2024

 

Visualizzazioni:
260

 

Band:
Keres
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Titolo:
Homo Homini Lupus

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- Ares :: Vocals;
- Azrael :: Guitar;
- Astahrot :: Guitar;
- Hrymr :: Bass;
- Notrhakr :: Drums;

 

Genere:
Black / Death Metal

 

Durata:
32' 40"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
23.02.2024

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
The Metallist PR
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Recensione

Disponibile da qualche mese è il secondo disco della death black metal band sud tirolese dei Keres, realtà nostrana formatasi nel 2015, intitolato “Homo Homini Lupus” una vera e propria mattanza sonora fortemente tecnica che nulla ha a che invidiare a band mondiali della medesima portata. In sostanza, il nuovo disco che vede la luce a distanza di otto anni dal debutto, offre una sezione ritmica spaventosa, veloce e precisa come un bisturi, unificati a riff dinamici e folli il cui spessore, di notevole fattura, dimostra una certa preparazione della band; anche il gutturale growling, anch’esso di estrema fattura, si calibra anche in assetto scream in totale simmetria con il prodotto rilasciato dal quintetto. L’ascolto si mantiene indicativamente sempre sulla stessa dimensione, quasi assenti i mid tempo per dare via ad una muraglia devastante di violenza sonora che non lascia minimi spazi a derivate o a contesti sdolcinati, rendendo omaggio al miglior black death metal che si rileva più che altro anche assai tecnico sotto il profilo compositivo. Le otto tracce che riempiono un mezz’ora di ascolto scorrono in maniera diretta e senza freni a cominciare dall’opener “Exist For War”, un brano che sin dai primi istanti fa comprendere l’intensità abnorme del lavoro; non sono da meno neanche le successive “Immaculate Incarnation Of Darkness”, assente da mini pause ma diretta e sfrenata come il morso di un licantropo affamato pronto a staccarti un braccio; appena più melodica è invece “Obliveon” dove si dà un po’ di spazio ad un caldo scream; la mattanza procede poi con “Pale Horse Of Extinction”, un brano che riesce in parte a far apprendere la propria partitura incentrata maggiormente sul black metal ma sopraffatto da una drum inumana; segue “Until Everything’s Burned” che non si distacca dall’opener come impostazione; un arpeggio, quasi inedito, dà l’avvio alla successiva “Leviathan” realtà più melodica, oscura e tenebrosa; anche “ EradicateThe Infected Seed”, non si discosta dall’impostazione semi brutale dei brani precedenti; chiude il platter infine “Void And Silent”, i cui contenuti si rilevano compatti tra brutalità sonora e melodie. Un disco che non lascia dubbi sulla preparazione della band che, come sopra anticipato, nulla ha che inviare a parallele realtà sia nostrane che internazionali; indubbiamente però, un po’ meno violenza e qualche mid tempo in più avallate anche da un paio di melodie, avrebbero dato luogo ad un lavoro perfetto, ma d’altronde, in definitiva, nessuno di noi lo è.

Track by Track
  1. Exist for War 70
  2. Immaculate Incarnation of Darkness 70
  3. Oblivion 80
  4. Pale Horse of Extinction 65
  5. Until Everything's Burned 70
  6. Leviathan 65
  7. Eradicate the Infected Seed 70
  8. Void and Silence 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
71

 

Recensione di Wolverine pubblicata il 29.09.2024. Articolo letto 260 volte.

 

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