Kynesis «Pandora» [2017]
Recensione
Bastano pochi istanti per rendersi conto dello spessore di cui è munito “Pandora”, secondo lavoro dei torinesi Kynesis; per chi ha avuto al fortuna di ascoltarli sin dal lavoro d’esordio Kali Yuga, potrà facilmente immaginare di cosa stiamo parlando, un vero concentrato di Doom Metal, Psychedelic Rock, Experimental, Ambient dai quali non è semplice liberarsi a cagione di quella concatenazione e personalizzazione con cui la band riesce a dare prova dell’ottima maturazione compositiva che la contraddistingue. Prova che è oltretutto anche avvalorata dai contenuti dello script e dei relativi testi argomentativi dei brani: se nel primo lavoro la band si era incentrata su argomentazioni induiste, la ritroviamo su Pandora a confrontarsi con il mito classico dell’antica Grecia offrendoci delle incredibili emozioni anche sotto il profilo del contenuto dei testi, tutti esclusivamente cantati in uno scream acerbo alternato a clean in lingua madre. Le andature, moderate e piene, sviluppano un caldo quanto intensificato sound provocato in alcuni casi da riff corposi e in altri da contesti ambient splendidamente realizzati; ottimo il lavoro dietro le pelli capace di offrire un’ottima funzionalità in ogni contesto. Le ambientazioni, anche nel corso delle ritmiche, offrono grazie anche ai refrain di chitarra, un contesto quasi sempre desolante e allucinato, diretto ad intensificarsi sempre di più con l’influsso melodico per generare una tragicità che va a frammentarsi a seconda della struttura del brano anche in splendide partiture dall’effetto gothic. Inutile fossilizzarsi su una profonda disamina dei singoli brani risultando tutti di una incredibile quanto brillante magnificenza compositiva. Già dal primo, “Risveglio”, si ravvisa la magia che la band ben sa trasmettere all’ascoltatore, sensazione che aumenta sempre di più anche con “Insidia” e con la successiva “Tentazione, due brani all’interno dei quali le splendide quanto desolanti frammentazioni sonore vanno ad intensificarsi con la potente ritmica che sa avere pur sempre la capacità di assumere pluri sfaccettature; come tralasciare poi “Illusione”, la cui arida chitarra in apertura introduce in quella introspezione sonora che solo la band sa fare. Catartica appare anche a modo suo “Cenere”, aperta da una sorta di contesto tibetano che va poi a trasformarsi nella più diversificate e prudenti melodie; “Catarsi”, un brano forse quasi più tendente ad una miscela sonora dark per l’incontro scontro che solamente le due chitarre senza distorti sanno offrire; il “Sospiro”, un conclusivo contesto ambient che libera definitivamente ma solo apparentemente la mente dell’ascoltatore scossa poi da un nuovo contesto moderato che ci porta lontano senza più darci la possibilità di tornare indietro per cercare di recuperare un qualcosa che è definitivamente perduto…per sempre. Un disco incredibile, pieno di emozioni e personalità dall’inizio alla fine che conferma questa band come eccellente realtà nazionale tutta da invidiarci per un genere toccante ma anche folle come questo.
Track by Track
- Risveglio 85
- Insidia 90
- Tentazione 85
- Contemplazione 85
- Illusione 85
- Cenere 85
- Catarsi 90
- Sospiro 90
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 85
- Qualità Artwork: 85
- Originalità: 90
- Tecnica: 90
Giudizio Finale
87Recensione di Wolverine pubblicata il 20.05.2017. Articolo letto 2498 volte.
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