LVTVM «Irrational Numbers» [2022]
Recensione
La formazione dei LVTVM è indubbiamente tra le più particolari che la scena possa offrire. Batteria, 2 bassi e synth, ma al di là di questo, l’album “Irrational Numbers”, composto da 5 brani, si apre immediatamente con un riff ostinato che coinvolge l’ascoltatore sin dalla prima nota. La fanno da padrone la psicadelia, dei rimandi allo stoner e al doom, ma il principe indiscusso sono gli incastri armonici e ritmici del quartetto che subito ci portano nella dimensione del progressive.
La primissima impressione è che questi 4 ragazzi ci sanno fare. Hanno fatto bene i compiti a casa e si ascolta e avverte il buon gusto nella composizione e arrangiamento.
E’ buffo come i LVTVM vogliano rappresentare l’irrazionalità dei numeri attraverso delle canzoni altamente strutturate e studiate, minando il concetto in sé che il mondo non necessità di numeri, i quali però si avvertono essere molto presenti nella loro umanizzazione delle emozioni percepite della realtà. Allora se, come affermano i sofisti il mondo non può essere misurato, come sono riusciti loro a misurare e calcolare così bene il loro operato in questo album?
Non soffermiamoci troppo su concetti psico-filosofici e continuando l’ascolto con Hic Sunt Leones, la band continua a convincere l’ascoltatore e a far venir voglia di proseguire l’ascolto. Ho trovato molto interessanti le scelte adottate dal synth che mi ha riportato ad una dimensione orchestrale. Qui abitano i leoni e l’inesplorato presto diverrà esplorato, effettivamente le scelte armoniche mi portano a immaginare un gioco RPG open world (Ci starebbe benissimo, ragazzi proponete questa canzone a qualche software house).
Oscillator assume un nuovo carattere, più malinconico e più intrapersonale soprattutto quando il brano cambia passo nella ritmica. La parte centrale è indubbiamente il riff (del basso di sinistra) che preferisco in tutto l’album. Gli intrecci armonici sono sì complessi come il resto, ma al mio orecchio sembrano più solidi, viscerali e meno pensati.
Ouroborus segue le sonorità del resto dell’album, che nonostante appaia come una ripetizione nel sound e contesto non stanca mai. L’album (se definibile tale vista la durata totale di appena più di 20 minuti, quindi forse lo farei rientrare nella dimensione degli EP) non è pedante neanche quando si arriva all’ultima traccia Speculum. Devo ammettere che questa è la mia traccia preferita e che porta la mia mente immediatamente ai Magma, band fondata nel 1969 che apprezzo particolarmente. Ecco, Speculum credo che possa essere una delle canzoni che posso mettere nel mio Tier S.. La trovo molto coinvolgente, più delle altre e con dei cambi di dinamica più estremi e accattivanti.
Non è stato un EP facile da recensire. Ha richiesto più dei canonici 3 ascolti, su diversi device, che solitamente faccio per recensire un prodotto. I LVTVM tendono sì a ripetere il loro schema compositivo, ma aggiungono sempre un dettaglio inaspettato.
Una bella sorpresa!
Track by Track
- Holzwege 75
- Hic Sunt Leones 75
- Oscillator 75
- Ouroboros 80
- Speculum 85
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 80
- Originalità: 75
- Tecnica: 85
Giudizio Finale
79Recensione di Tusk pubblicata il 09.05.2023. Articolo letto 543 volte.
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