Lilyum «Altar of Fear» [2017]

Lilyum «Altar Of Fear» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
09.12.2017

 

Visualizzazioni:
2305

 

Band:
Lilyum
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Titolo:
Altar of Fear

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Kosmos Reversum :: rhythm and lead guitars
Lord J. H. Psycho :: vocals; bass guitar
Frozen :: drums and percussion

 

Genere:
Black Metal

 

Durata:
47' 9"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2017

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Colpo di coda per gli inossidabili Torinesi Lilyum, che quasi insospettabilmente ritornano sulle scelte con un disco che riesce nell’impresa apparentemente impossibile per loro di battere i fasti iniziali di “Ultimatum” e “Fear Tension Cold”. In effetti, nonostante i loro dischi si sono sempre assestati su di un livello davvero soddisfacente, c’erano un po’ di cose che a lungo andare ti facevano anelare a qualche svecchiamento, come un ampliamento del loro songwriting, una maggiore responsabilità per quanto riguarda la scelta dei suoni, e in generale osare un po’ di più.
Bene: con “Altar of Fear”, senza che me l’aspettavo, i Lilyum questo lo fanno a pacchi. Lo si sente sin da subito dalla secca, aspra e diretta “Alkahest” più violenta e curata di quanto i nostri non abbiano fatto in passato, che ti stupisce per lo stacco netto con la loro recente discografia. E “To dream beneath...” addirittura aggiunge diverse influenze, con molta più chitarra solista e un tocco addirittura svedese tipo Dark Funeral ma meno estremizzato, il che rende questo brano più soggetto a variazioni stilistiche, come un assolo arioso o dei potenti mid tempos che corroborano anche la terza canzone.
E il retaggio con il passato è comunque mantenuto ma migliorato. “Voices from the fire” infatti riprende il riffing grezzo di “Ultimatum”, ma lo potenzia con un feeling selvaggio tipo “Plaguewielder” dei Darkthrone, e con ulteriori variazioni di stile che affiorano come nella quinta canzone e che rendono questo disco qualcosa di incredibilmente diverso eppure davvero a fuoco. E tra altri episodi degni di nota, il colpo di grazia finale avviene con la conclusiva “Siege the solar towers”, dove un tocco di tastiera accompagna dei riffs che vanno addirittura a citare i Dodsengel del clamoroso “Imperator”. Pazzesco.
In conclusione: “Altar of Fear” è senz’altro il capolavoro dei Lilyum, per ora. È il disco che massimizza “Ultimatum” e lo arricchisce di svariate influenze, è il disco che mostra finalmente una qualità sonora che non sia troppo sottile e poco massiccia, nonché che porta un’altra medaglia al valore ai Lilyum, da sempre tra i miei preferiti del Black Metal italiano, ma che qui si ergono a un livello superiore e francamente inaspettato. Personalmente, disco imperdibile per chi segue il metallo nero made in Italy.

Track by Track
  1. Alkahest 85
  2. To Dream Beneath Plains Of White Ash 90
  3. The watchers' departure 90
  4. Voices from the fire 90
  5. Tomorrows worth erasing 90
  6. Stain of salvation 85
  7. Siege the solar towers 90
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 90
  • Originalità: 90
  • Tecnica: 85
Giudizio Finale
89

 

Recensione di Snarl pubblicata il 09.12.2017. Articolo letto 2305 volte.

 

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