Locus Animae «Luna» [2019]

Locus Animae ĞLunağ | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
18.03.2019

 

Visualizzazioni:
1976

 

Band:
Locus Animae
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Titolo:
Luna

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Nicolò Paracchini :: Bass, raw Vocals
Brian Cara :: Guitars
Gregory Sobrio :: Vocals (clean and harsh)
Emmanuele Iacono :: Guitars
Vera Clinco :: Vocals

 

Genere:
Melodic Black Metal

 

Durata:
31' 27"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
08.03.2019

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

E finalmente anche i Novaresi Locus Animae ingranano e riescono a proporci un buon Ep, il terzo per la precisione, ovvero questo “Luna”, dopo un paio di Ep precedenti in cui in estrema sintesi i nostri ragazzi soffrivano di una personalità musicale ancora molto da definire, e che per questo motivo facevano quello che si poteva, con risultati appena discreti.
Oggi infatti i LA dimostrano di aver fatto passi avanti: non cercano più di fare Black Metal né di rifugiarsi nelle stranezze dell’Avantgarde: il loro è un metal a volte duro e ritmato, ma non estremo, e a volte più soffuso, che è chiaramente influenzato dal Post in certi passaggi di chitarra, e che complessivamente è per me definibile come Gothic Metal, che va a lambire le sonorità dei primi Theatre of Tragedy in certi casi, come all’inizio di “Crepuscolo”. Avventurarsi in una simile evoluzione stilistica è difficile, poiché basta strafare un attimo con gli arrangiamenti o calare d’ispirazione in fase compositiva, e il delicato inusuale equilibrio su cui si regge “Luna” andava a farsi benedire, ma invece i LA ce la fanno grazie a una certa attività strumentale che sostiene bene le melodie vocali senza coprirle, con un buon andamento nella opener “L’incanto della sirena” che sfocia poi in un tempo più veloce ma pur sempre atmosferico dove la chitarra svolge molto bene il suo lavoro, così come in “Il cantico del mai nato” o in “All’imbrunire”, più post e meno gothic, ma che scarica bene a 5 minuti di durata l’atmosfera finora creata. E se una “Crepuscolo” mostra il suo lato più tipicamente Gothic, tocca alla conclusiva “Eclissi...” farci capire che questi ragazzi hanno definito un proprio sound, con un brano corale e senza percussioni sulle prime, e che riesce a cambiare marcia e a diventare poi elettrico.
Insomma: i Locus Animae ce la stanno facendo, e “Luna” rappresenta un indubbio passo avanti, con un songwriting più fatto proprio e anche agile tra cambi di umore e di impatto all’interno dei brani. A dir la verità non tutto è perfetto, visto che il cantato maschile (specialmente nei primi due brani) va un po’ a stonare e a dare un feeling cheap e stereotipato, e l’arpeggio iniziale della canzone conclusiva somiglia troppo a quello di “One” dei Metallica, il tutto a dimostrare come il songwriting dei Locus Animae, per quanto affinato e evoluto, suona ancora un po’ fragile e perfettibile, ma ciò non toglie che il passo avanti c’è ed è tangibile, il che rende “Luna” appetibile a chi non ha (come me) mai dimenticato le nobili note del Gothic Metal anni 90, ma anche a certi fans della musica Post che non disdegnano un maggiore impatto più tipicamente metal nei brani.

Track by Track
  1. L'incanto della sirena 70
  2. Il cantico del mai nato 70
  3. Crepuscolo 70
  4. All'imbrunire 70
  5. Eclissi – Come la terra baciò la luna 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
69

 

Recensione di Snarl pubblicata il 18.03.2019. Articolo letto 1976 volte.

 

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